Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

Comune-Area, bega legale milionaria

Fonte: Sardegna Quotidiano
23 aprile 2013

Cep

 

 VIA AVOGADRO Nel 1977 sorsero 80 alloggi voluti dal vecchio Iacp: oggi l’ente regionale chiede al palazzo di via Roma che se ne era appropriato, incassando i canoni, di pagare mutui e interessi

Tempi lontani, case impicciate tra un ente regionale e il Comune che forse dopo 36 anni troveranno pace, ma pace a seconda del punto di vista, perché da Palazzo Civico ora rischiano di dover sborsare una cifra che se nel 2007 era stata valutata intorno ai due milioni e trecentomila euro, oggi potrebbe essere cresciuta ancora tra interessi e danni maggiorati. Tornando ai 36 anni trascorsi: tanto c’è voluto per arrivare a una soluzione, si potrebbe pensare. Macché, l‘unica conquista dal 1977 ad oggi è un’azione legale che vedrebbe impelagarsi il comune di Cagliari in una spesa imprevista e milionaria a causa di vecchie vicende tralasciate. Al centro della discordia le case popolari di via Avogadro, quartiere del Cep. L’azienda regionale per l’edilizia abitativa (Area) che allora si chiamava Iacp ed era statale, aveva acquisito il diritto di superficie dal comune di Cagliari per realizzare 80 alloggi dal canone agevolato, destionate a chi ne facesse richiesta tramite bando. Una mossa arrivata in seguito a un’emergenza abitativa che ben presto il comune aveva deciso di accollarsi con le promesse di farsi carico dei mutui dell’ente regionale con l’accordo di versare alla stessa Area 1 miliardo e 534 milioni di lire da cui si sarebbe dovuto stornare il costo del diritto di superficie di circa 40 milioni. In tutto questo tempo, però, nessun trasferimento di lire è stato registrato, tanto meno di euro perché intanto si era giunti al 2003 con presidente dello Iacp che ancora chiedeva al comune di avere la sua parte. Le cifre nel frattempo erano cambiate: 4 milioni 772 mila 736 euro per indennità e altre 221 mila euro ancora oltre agli interessi. La risposta da via Roma? Infondatezza del debito e inesistenza della convenzione per diritto di superficie. Nel frattempo però, secondo quanto riportato dall’ente regionale, il Comune continuava a intascare gli affetti agelovati dei residenti. Così fino al 2007 quando durante un pacifico incontro è stato deciso che il Comune si sarebbe fatto carico delle spese degli alloggi, interessi compresi. Dopo un anno un nulla di fatto e ancora dopo l’azien - da chiedeva al Comune attraverso la prima azione legale, di lasciare gli immobili e provvedere al pagamento dei canoni di locazione o di occupazione “sine titulo”, oltre al risracimento dei danni. Arrivati al 2010 il Comune ha cercato ancora una volta di trattare manifestando tutta l’intenzione di mantenere gli immobili regolandone gli aspetti patrimoniali, per poi riconsegnarli e riconoscere ad Area una somma forfettaria che tenesse conto dei canoni incassati dal comune ma anche delle spese di gestione, manutenzione e Ici. Ma ora le trattative sembrano essere concluse. A gennaio Area ha deciso di intraprendere una nuova azione legale al fine di recuperare tutte le spese per la costruzione delle case rivalutandone gli interessi, e ancora vuole recuperarne la loro disponibilità e ottenere il risarcimento di tutti i danni economici scaturiti fino ad oggi per non averli avuti tra le mani. Milioni di euro potrebbero uscire dalle casse comunali in breve tempo. In memoria di 36 anni fa.

Virginia Saba