Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

Stagione compromessa «Spostiamoli in strada»

Fonte: Sardegna Quotidiano
22 aprile 2013

 DILEMMA CHIOSCHI

 

Un possibile dissequestro in funzione dell’eliminazione del reato, basato sullo smantellamento, ormai necessario, dei chioschetti. Sarebbe questa la soluzione in extremis per salvare la stagione estiva al Poetto. Una volta rimossi i sigilli della magistratura, si potrebbe ripartire da capo e avviare le procedure per il rilascio di tutte le autorizzazioni, salvo revoche delle concessioni. L’ipotesi si è affacciata ieri sera in piazza San Sepolcro nel corso di un dibattito organizzato dal consigliere comunale dell’Italia dei Valori Giovanni Dore. Ma al momento la strada sembra tutta in salita.

ZEDDA CONTRO LA LEGGINA Di sicuro la legge salvabaretti approvato dal consiglio regionale non aiuta. «La norma pensata da noi», ha ribadito ancora il sindaco Massimo Zedda, «avrebbe consentito di riaprire il baretti già dal giorno dopo. Invece ci siamo trovati un testo completamente modificato che stiamo ancora valutando». Il messaggio poi arriva ancora più chiaro quando il primo cittadino punta il dito contro «quella politica pressappochista che mette in difficoltà chi si è fidato. Qualche consigliere non ha letto bene il decreto Sanna (l’ex assessore all’Urbanistica della giunta Soru, ndr): prevedeva concessioni e autorizzazioni anche nel periodo invernale, un contesto diverso da quello cagliaritano». Ed altro che caos creato dall’amministrazione da lui guidata: «Nel 2012 abbiamo salvato la stagione», ha rivendicato Zedda,

IL DIBATTITO Zedda attacca la legge salva-baretti ma solo sulla carta: «Hanno stravolto il testo concordato con noi» «nonostante i tempi fossero ristretti e fosse già intervenuta la magistratura. Quando poi sono subentrati gli altri, o meglio i maghi che pretendevano di risolvere tutto con la bacchetta magica, questo è il risultato», è l’attacco a testa bassa contro la Regione. Segue l’invito agli operatori «a non ascoltare più le finte sirene che hanno solo illuso».

BARETTI SULLA STRADA? Insomma, il percorso è solo uno: seguire le regole. Tradotto, smontare e poi rimontare per far partire l’iter delle autorizzazioni. Ma non in tempi brevi. Di certo il futuro potrà essere diverso ma solo dopo l’approva zione del Pul (Piano Utilizzo Litorali). E tra le ipotesi al vaglio dell’amministrazione c’è anche quella di spostare i chioschi sulla strada. Scelta quasi obbligata dal momento che il Pul, seguendo le indicazioni del piano paesaggistico regionale, pur modificando la zona a tutela integrale (H) potrà solo autorizzare strutture minime. Spiega il consigliere comunale Giovanni Dore: «Sulla spiaggia del Poetto la maggior parte della cubature ancora disponibili sono assorbite da D’Aquila, Lido e poi dagli stabilimenti militari. In queste condizioni o si trasformano le cubature per riconvertirle oppure si spostano i chioschi verso la strada », osserva, «così le concessioni demaniali potrebbero essere abbinate a quelle fisse per far restare in piedi i baretti tutto l’anno». La soluzione non dispiace neanche al primo cittadino: «L’avevamo già proposta », ricorda Zedda, «ma non era gradito il fatto che le concessioni dovevano andare a bando, consentendo a tutti di partecipare». FRAU: AGITO CORRETTAMENTE Quanto poi alla gestione della situazione attuale, ci pensa l’assessore comunale all’Urbanistica Paolo Frau a chiarire, diventata una delle patate bollenti dell’amministrazione Zedda. «Visto il contesto in cui ci siamo trovati ad operare non potevamo agire diversamente». Sfata poi il mito che il caos del presente sia stato causato dall’attuale giunta: «Vorrei ricordare che la magistratura è intervenuta nel 2009, noi abbiamo semplicemente rispettato il Ppr (Piano paesaggistico regionale) che consentiva nella zona H solo strutture temporanee ed amovibili. I nostri provvedimenti andavano in questa direzione, se fossero stati rispettai, oggi sarebbe tutto a posto», precisa.

L’ISOLA FELICE DI QUARTU Eppure a Quartu i baretti sono in piedi. «Ci avevamo pensato nel ‘97 » , spiega l’ex sindaco Graziano Milia, «siamo stati i primi ad approvare il Pul recependo le norme regionali. Poi sono venute le autorizzazioni per strutture amovibili e temporanee, insieme alle concessioni demaniali. Per Cagliari vedo difficile il dissequestro», osserva Milia, «se la Regione voleva risolvere la questione doveva intervenire con delle deroghe al Piano paesaggistico». Stesso concetto ribadito da Stefano Deliberi (Gruppo intervento giuridico): “«La situazione cagliaritana è carente dal punto di vista delle autorizzazioni: non potevano essere rilasciate sulla base dell’attuale quadro normativo, le strutture erano fisse e non amovibili». Francesca Ortalli