Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

I proprietari: no ad altre aree

Fonte: Sardegna Quotidiano
22 aprile 2013

Su Stangioni

 

Il “no” alla nascita del quartiere di Su Stangioni rischia di far saltare il banco economico del Comune. La lottizzazione di 192mila metri quadri tra la 554 e la 131Dir, tra la motorizzazione civile e l’ex palazzo dell’Intenden - za di finanza, è una patata bollente e, sul piano finanziario, molto salata. Il primo mattone sulla piana di San Lorenzo non sarà mai posato? La richiesta danni contro palazzo Bacaredda potrebbe ammontare a 180 milioni di euro. Dal 2005 a oggi l’amministrazione comunale ha approvato diversi passaggi per la nascita del rione: nel 2005 i 150 proprietari dell’area portano i primi carteggi in Comune, che a marzo 2011 dà il via libera al piano particolareggiato. Un sigillo non definitivo, c’è da chiedere la Valutazione ambientale strategica a Provincia e Regione. Oggi, quel passaggio non è stato fatto. E lo scenario che vede i proprietari trascinare il Comune a giudizio è dietro l’angolo. «Stiamo facendo di tutto per non arrivare alle vie legali, ma devono essere soddisfatti in pieno i nostri diritti », dice Giacomo Pisano, portavoce dei 150 proprietari del terreno, «siamo stati pazienti per troppi anni, riteniamo di avere bisogno dei volumi esistenti nella futura Su Stangioni. È il Comune che si era rivolto a noi, non può tornare indietro». La conferma del possibile patatrac economico arriva anche dai banchi del Comune, dove martedì scorso si è molto discusso di Su Stangioni. «L’attuale giunta e la maggioranza, con questo ennesimo no, come quello pronunciato sul parcheggio di via Roma, aprono la strada a una ipotesi di bancarotta del Comune. Una scelta scellerata», aveva osservato Giuseppe Farris, capogruppo Pdl, «il sindaco Zedda parla della necessità di non consumare territorio, invece serve capire se l’iter autorizzativo finora compiuto può essere annullato ». Prima, infatti, il sindaco Massimo Zedda aveva sbarrato la strada alla nascita del quartiere: «Oggi è una landa desertica. Avvieremo un tavolo tecnico politico coi proprietari dell’area, per capire come dare a loro nostre aree cittadine», aveva detto Zedda, snocciolando ipotesi, «come l’ex macello di piazza Sant’Aven - drace, l’ex mercato ortofrutticolo o alcune strutture di via Po. Il valore di cento metri quadri in centro è molto alto». Ma nella stessa maggioranza che sostiene il sindaco, alla voce “ur - banistica-Su Stangioni” ci sono varie posizioni. Andrea Scano, Pd e presidente della commissione Urbanistica, notava che «siamo fermi due anni su questa decisione, difficile spostare l’intervento di Su Stangioni in altre zone. Stiamo parlando di un quartiere moderno e ecosostenibile. Ripopolare il centro urbano non è l’unica risposta ». Il suo capogruppo, Davide Carta, invitava alla velocità: «Le soluzioni alternative del sindaco possono essere importanti, ma non si può perdere tempo su Su Stangioni, dobbiamo dare risposte al più presto. Il progetto ha aspetti positivi, come le case a basso costo, e non è presentato dai soliti noti costruttori». Dopo Sant’Efisio, Zedda incontrerà una delegazione dei proprietari, per capire come risolvere la quasi decennale storia di Su Stangioni. Paolo Rapeanu

IL TEMA NUOVO RIONE E CASE INVENDUTE

La vicenda Su Stangioni ha una valenza che va oltre i confini del terreno interessato dall’inter vento: in ballo, per il Comune, ci sono le scelte di politica urbanistica per Cagliari e una decisione sulla lottizzazione, sia in senso positivo che negativo, avrà importanti riflessi sullo sviluppo della città. Salvo che in via Milano, dove è intervenuta la Soprintendenza a ridimensionare il progetto, le scelte del Comune sulle zone Bs3* hanno portato al via libera a nuove costruzioni di palazzi. Ma a girare per le strade ci si rende conto che moltissimi immobili di nuova realizzazione sono rimasti invenduti. Prezzi alti e crisi sono il binomio che ha devastato il settore edile l’invendu - to la fa da padrone. I prezzi che dovrebbero essere praticati a Su Stangioni sconvolgerebbero il mercato: sono concorrenziali rispetto a tanti altri immobili. la questione è: dire sì ai nuovi appartamenti, e cercare di arginare l’emorragia di residenti, o stoppare tutto, favorendo le costruzioni esistenti, ma rischiare una maxi causa milionaria?