Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Baretti, contro il sequestro quindici ricorsi al Riesame

Fonte: La Nuova Sardegna
19 aprile 2013


 

Per i difensori non c’è pericolo di reiterazione del reato, i chioschi erano già chiusi Nessun riferimento alla nuova inutile leggina regionale, addio anche all’Iguana



CAGLIARI. Mentre chiude anche l’Iguana su ordinanza del Comune, i diciotto titolari dei quindici baretti sotto sequestro giudiziario non si arrendono: hanno tutti ricorso al tribunale del riesame per chiedere che il provvedimento cautelare firmato dal giudice Cristina Ornano su richiesta del pm Gaetano Porcu venga revocato. L’udienza si farà domani, il collegio sarà presieduto da Claudio Gatti. Ma quali saranno gli argomenti che gli avvocati Matteo Pinna e Francesco Ballero sosterranno davanti ai giudici? Uno su tutti: l’assenza del pericolo di reiterazione del reato di abuso edilizio, della violazione paesaggistica e dell’occupazione illegale di area demaniale, che secondo i difensori è dimostrata dal fatto che i chioschi erano chiusi dalla fine della scorsa estate e a nessuno dei titolari è saltato in mente di riprendere l’attività. Questa sorta di disciplina giudiziaria dovrebbe bastare, per gli avvocati, a convincere il tribunale dell’inutilità di proseguire col sequestro. Una tesi che - se davvero sarà sostenuta in aula - si scontrerà frontalmente con le venticinque pagine del provvedimento elaborato dal gip Ornano, dove l’interminabile sequenza di irregolarità messa insieme dagli indagati emerge in tutta la sua chiarezza. La lettura dei fatti esposta dal magistrato è opposta: i chioschi-bar dovevano essere smontati obbligatoriamente il 31 ottobre del 2012, invece sono ancora adesso sulla spiaggia. Tanto basta a confermare come il progetto dei titolari fosse di andare avanti nell’attività, malgrado nessuno di essi - compresi l’Emerson e l’Iguana, che per ora non sono stati sequestrati - sia autorizzato a lavorare al Poetto: «L’approssimarsi della stagione balneare - ha scritto il giudice nel decreto di sequestro preventivo - rende evidente che i proprietari dei chioschi-bar, ove nella libera disponibilità degli stessi, proseguiranno l’attività commerciale al pubblico, così perpetuando e aggravando i reati per cui sono indagati». Per questo la Procura ha chiesto i sigilli e sempre per questo il giudice ha accolto la richiesta.

Nessun riferimento, nei ricorsi al riesame, alla nuova «leggina» approvata in tutta fretta dal consiglio regionale: non è stata ancora pubblicata, quindi non è in vigore. Ma se anche lo fosse, la situazione non cambierebbe: il giudice Ornano ha chiarito con l’autorevolezza del ruolo che senza la riclassificazione dell’area nel piano urbanistico comunale e l’approvazione del piano di utilizzo del litorale, nessuno potrà autorizzare la permanenza dei baretti. Tra l’altro la Regione ha respinto il Pul adottato dal Comune. Ma se anche il Pul dovesse andare a una velocissima approvazione, prima sarebbe necessario modificare il piano paesaggistico regionale, che sulla spiaggia e a meno di trecento metri dalla linea di battigia non prevede - al contrario vieta - qualsiasi volumetria, comprese quelle amovibili. Semmai non è chiaro come sia possibile come gli stessi titolari dei baretti dichiarino di non avere i soldi per smontare le strutture abusive ma poi spendano migliaia di euro in ricorsi al Tar, in parcelle e spese di giustizia. Ma questo è solo uno dei tanti misteri che circondano questa vicenda, complicata solo per chi non ha voglia di informarsi. (m.l)