Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

“Sulla rotta dei Fenici” inseguendo il sogno del turismo culturale

Fonte: L'Unione Sarda
18 aprile 2013


Quattro giorni di studio alla Casa Frau di Pula


Che in Sardegna si possa parlare sul serio di turismo culturale, adottando un approccio che sappia davvero coinvolgere tutti gli operatori e stimolare critiche - magari feroci ma costruttive - per poi coniare idee grandi e facenti parte nel contesto più largo del Mare nostrum e del globo? Quattro giorni di studio e dibattiti possono essere un inizio nuovo? E passi l'aggettivo, ormai diventato odioso a forza di attese e aspettative destinate a dissolversi nel maestrale. Perché a vederla, questa terra sfacciatamente bella (ma non valorizzata come si deve, si dice), addirittura punita dai deplorevoli costi del trasporto marittimo, sembra di guardare miele per api dell'imprenditoria straniera. Bene. Ma dove sono le risolutive ricadute economiche e gli agognati posti di lavoro in una regione in ginocchio?
Che si possa vivere anche di turismo e di cultura lo si ripete come un mantra da troppo tempo. E con stizza e frustrazione mentre si capitola dinanzi alla parola “crisi”. I turismi sono tanti ma si riparta dal mare, allora, per approdare alla cultura sotto le insegne fenicie. Da oggi (ore 9) a domenica, al centro culturale Casa Frau di Pula, è in programma la rassegna “Il turismo culturale nello scenario mediterraneo. Sulla rotta dei Fenici”, organizzata dal Comune (che punta a sviluppare sia il turismo ambientale che culturale in un tessuto imprenditoriale locale) in collaborazione con il Consorzio Costiera Sulcitana. Quattro giornate dove la filosofia è rigorosamente glocal per ospitare il decennale dell'itinerario culturale “La rotta dei Fenici”, che tocca 18 Paesi sul Mediterraneo e oltre 80 città di origine e cultura fenicio-punica. In pratica una connessione delle direttrici nautiche che, dal XII secolo prima di Cristo, vennero percorse dal popolo fenicio come vie di scambi commerciali e culturali portando a una koinè mediterranea.
L'itinerario vuole valorizzare il patrimonio dei siti partecipanti in una rete estesa di approfondimenti sul rapporto tra l'uomo e il tesoro culturale e naturale in cui è immerso. E sui modelli pedagogici e turistici per le odierne necessità di interconnessione culturale. In Sardegna ne fanno parte Carloforte, Carbonia, Santadi, Santa Giusta, Cagliari, Domus de Maria, Fluminimaggiore, Guspini, Olbia, Sant'Antioco, Senorbì, Villasimius, Cabras, Barumini, Alghero e il centro guidato da Walter Cabasino come capofila. «È uno degli Itinerari del Consiglio d'Europa e ha il grande merito di aggregare territori attorno a un'idea alternativa di turismo, sollecitando spesso soluzioni innovative alle progettualità locali», le parole del sindaco. «Non esiste la rotta dei Fenici senza la Sardegna: questo è uno dei pochi posti dove la gente si sente fenicia dentro», afferma il direttore dell'itinerario, Antonio Barone.
Voce, ora, alle riflessioni di questi giorni sulla gestione dei beni culturali, delle aree protette e dell'ambiente. Tra tra gli ospiti, domani, l'appassionato di mare Alberto Rudi. E domenica sarà tutta dedicata alle visite ai siti di Bithia e Tuvixeddu, a Domus de Maria e nel capoluogo. Un salto indietro nel tempo a cui tendere per capire chi siamo, interrogandoci su comunanze culturali e capacità turistiche.
Manuela Vacca