Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Mesi di proposte ma la strada è ancora lunga

Fonte: L'Unione Sarda
11 aprile 2013


Il fallimento della politica
 

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Serve una legge? No, basta una decreto dell'assessore. Anzi, una legge in effetti servirebbe, ma solo per accompagnare e rendere efficace una delibera di giunta. Negli ultimi tre mesi le proposte per salvare i baretti si sono accavallate, a dimostrazione di quanto sia complessa la situazione del lungomare, dove urbanistica, abusi e attività produttive si fondono da oltre vent'anni. E a complicare le cose è arrivata l'inchiesta della Procura, che prima ha indagato i 18 titolari per abusi edilizi e paesaggistici, poi ha sequestrato le strutture.
A gennaio si era deciso di procedere con un accertamento di compatibilità paesaggistica, nella speranza che servisse ad evitare le demolizioni. Ma lo scorso 13 marzo il servizio di Edilizia privata del Comune ha detto no. Le norme al momento non lo consentirebbero - questo l'orientamento del dirigente -, ed ecco spiegato perché è stato chiesto l'intervento della Regione. La scorsa settimana il Municipio ha notificato la conclusione del procedimento (che prevedeva dieci giorni di tempo per la presentazione le controdeduzioni degli imprenditori), ultimo passo prima dell'ordinanza di demolizione. Dagli uffici dell'assessorato regionale all'Urbanistica, insieme ai rappresentanti di centrodestra e centrosinistra del consiglio comunale, hanno allora proposto un'altra strada: delibera della Giunta Cappellacci per modificare le linee guida dei Piani di utilizzo dei litorali, più una legge per rendere operative le novità. Ma anche questa soluzione è stata superata dal provvedimento votato martedì. La strada della rimozione dei chioschi e della successiva ricostruzione (che probabilmente sarebbe servita a evitare il sequestro), avrebbe invece consentito ai gestori di salvare solo una parte della stagione estiva. Perché per essere rimontati i baretti avrebbero bisogno di una nuova autorizzazione. E per ottenerla si dovrebbe passare di nuovo attraverso una serie di conferenze di servizi al Suap e aspettare settimane, se non mesi. ( m. r. )