Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Amleto vive sulle piazze del ’77

Fonte: La Nuova Sardegna
18 novembre 2008

MARTEDÌ, 18 NOVEMBRE 2008

Pagina 43 - Cultura e Spettacoli



«Hamlet-Revolution», la nuova produzione teatrale di Giancarlo Biffi in anteprima alla Vetreria di Pirri




ROBERTA SANNA

CAGLIARI. Il ’77 bolognese, evento bruciante e “bruciato” in fretta, tra la morte di Francesco Lorusso in via Mascarella e quella di Giorgiana Masi sul ponte Garibaldi a Roma. Tra marzo e maggio, quando con gli spari ad altezza d’uomo si rispondeva a indiani metropolitani, jacquerie e manifestazioni. Né nostalgia né revisione: testimoniare piuttosto, magari attraverso la figura di Amleto. Non si definisce egli stesso “compagno studente” al suo amico Orazio? Giancarlo Biffi /Fortebraccio se ne appropria nell’evocazione e invenzione teatrale di “HamletRevolution - musical drama sulle strade di Bologna ’77”.
L’anteprima andata in scena domenica mattina alla Vetreria per l’European Jazz Expò, colpisce con la metafora della rabbia giovane e confusa davanti all’ingiustizia. E percuote con la musica elettronica e ipnotica, scintillante e metal come le catene che attraversano la scena. Le musiche originali dal vivo di Giampy Guttuso (voce), Luca Fadda (tromba) e Alessandro Pintus (programmi), pompano il ritmo di questo racconto vitale e tenero, rabbioso e amaro. Offrono il distacco e insieme l’affondo emotivo.
C’è lo spettro del ’68 sugli spalti della villa di Amleto? Quella era un’altra storia. Qui ci muoveva in diagonale, tra sangiovese e spinelli, nel “sogno realizzato” del sesso senza possesso, del “personale è politico”, del femminismo, del trasversale, della creatività del “movimento”. Fu fermato. L’11 marzo cade Fransisco colpito alla schiena e parte il “copione già scritto”. “O di qua o di là”. Amleto si perde in rivalse incestuose, ad Elsinore spuntano le armi. C’è la rabbia e il ridicolo, la confusione e l’odio. Urlato. Spariscono di colpo eros, slogan ironici, visi dipinti e i draghi colorati delle manifestazioni. Vietate.
Ora c’è la cronaca di una disfatta. Il 12 maggio’77 a Roma si “cercava il morto”. Il corteo non riuscì neanche a partire tra cariche e lacrimogeni. E spari. Come quello che colpì Giorgiana. Fortebraccio e Orazio riprendono il treno con Ofelia. Un treno che vorrebbe rimanere sospeso nel tempo e invece è segnato dal dolore della fine di un sogno, dall’aborto di un grumo vitale spinto fuori troppo presto dalla reazione, dalle contrazioni della violenza. Come “una poesia rimasta senza parole”.