Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

L'altra faccia di Giorgino, regno di prostitute e sbandati

Fonte: L'Unione Sarda
18 novembre 2008

Un quartiere degradato fuori dal Villaggio Pescatori



Dopo la demolizione del vecchio ponte di Sa Scaffa, la zona oltre il porto industriale è diventata terra di nessuno.
Da una parte il Villaggio Pescatori con le sue casette caratteristiche e la graziosa chiesetta, dall'altra una terra di nessuno dove il degrado regna sovrano. Sono i due volti di Giorgino. Da quando il quartiere è stato spaccato in due dal Porto canale esistono in pratica due diverse Giorgino, molto differenti tra loro. Se la parte che guarda verso la città è ancora oggi abitata e frequentata da tanti cagliaritani amanti del mare e del pesce arrosto, quella che sta oltre il canale del Porto industriale si è trasformata nel tempo in una landa desolata, meta quasi esclusiva di sbandati, spacciatori, prostitute e branchi di cani randagi.
Prima che il vecchio ponte di Sa Scaffa venisse fatto esplodere con la dinamite, l'unica strada possibile per raggiungere Santa Margherita di Pula era proprio quella che attraversava Giorgino. Ogni domenica quel tratto di strada di pochi chilometri era percorso da migliaia di cagliaritani diretti con le loro auto verso i luoghi di villeggiatura.
Poi le cose sono cambiate. Oggi per uscire dalla città e imboccare la 195 basta prendere la quattro corsie. Parallelamente il vecchio tratto iniziale della statale è diventato una strada fantasma. L'asfalto è deteriorato; il vecchio guardrail è stato divorato dalla ruggine mentre il lungomare si è trasformato in un'immensa pattumiera a cielo aperto. L'erba è altissima perché cresce senza controllo e, in mezzo ai cespugli, proliferano i parassiti.
In giro non si vede anima viva, se si eccettuano i pescatori dilettanti armati di canne. In compenso è pieno di conigli selvatici che saltellano qua e là e ci sono anche i magnifici fenicotteri rosa. Dalla parte dello stagno, però, ci sono anche le discariche abusive, alcune delle quali di gigantesche proporzioni.
Nel panorama desolante spicca una strana montagna nera come la pece. Si tratta di centinaia di vecchi copertoni ammassati l'uno sull'altro: una bomba ecologica pronta a esplodere proprio a ridosso dello stagno. A giudicare dalla vegetazione che vi cresce in mezzo la discarica non sembrerebbe recente; al contrario dev'essersi formata nel corso di parecchi anni.
In un angolo nascosto ci sono poi centinaia di sacchetti dell'immondezza colmi all'inverosimile. Poco più in là, un divano e alcuni materassi smollati usati dalle prostitute per accogliere i loro clienti. E ancora una vecchia roulotte rovesciata e un chiosco circondato da vecchi elettrodomestici. Le case che un tempo erano abitate oggi hanno le porte e le finestre murate col cemento mentre le vecchie strutture commerciali sono ormai diroccate.
Quello che un tempo era un vivace quartiere è diventato un villaggio fantasma da abbandonare il più velocemente possibile se si capita, per sbaglio, da quelle parti.
PAOLO LOCHE

18/11/2008