Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Terrapieno, partita infinita per i campi

Fonte: L'Unione Sarda
18 novembre 2008

Al progetto manca ancora la concessione edilizia, nonostante il sì degli assessorati

Il vincitore della gara: «Troppa burocrazia, rischio il crac»

Dopo 5 conferenze dei servizi, i cantieri del Terrapieno sono ancora un miraggio.
Giampiero Solinas, professione imprenditore, gioca da quattro anni una partita a scacchi con la burocrazia: da una parte c'è la sua società sportiva (la New Point), dall'altra le istituzioni. Regione prima, Comune poi. In palio, il sogno di un impianto con campi di basket, calcetto, bocce e pallavolo (con tanto di spogliatoi e ristorante panoramico), che dal 2004 gli ha levato un pezzo di vita. E una buona parte del conto in banca: «Centocinquanta mila euro». Modifiche al progetto (di cui esistono quattro versioni differenti) per accontentare le richieste degli assessorati, avvocati da pagare per mandare lettere, ipotizzare risarcimenti dei danni e «curare l'aspetto legale» di una delle telenovele urbanistico-amministrative più longeve del Comune di Cagliari. «L'assessorato mi deve dare un documento indispensabile per la licenza: l'ho chiesto da mesi, nessuno mi ha risposto», racconta annunciando che il suo avvocato invierà presto una «diffida».
Ora dopo cinque conferenze dei servizi, un sì unanime pronunciato a luglio dalle istituzioni interessate e un'attesa infinita per la concessione edilizia (ancora inesistente), sul tetto dei parcheggi Apcoa, zona Terrapieno, i cantieri sono ancora un miraggio. «Rischio il crac», racconta Solinas, proprietario di una pizzeria in via San Giovanni e di una gelateria pensata e voluta in un periodo di piena espansione (legata anche agli impianti sportivi) e ora chiusa perché «costava troppo e non ho abbastanza soldi per mandare avanti tutto».
Quattro anni fa, quando l'assessorato allo Sport (al tempo il titolare della delega era Ettore Businco) pubblicò il bando per la realizzazione dei campi (parteciparono in 2: oltre alla New Point, anche la società sportiva Marina), la strada verso il playground panoramico sembrava in discesa. Sembrava, ma non lo era: è iniziato invece un calvario fatto di revisioni del progetto, ristoranti aggiunti all'ultimo momento («mi è stato chiesto, io avevo proposto un chioschetto»), spogliatoi spostati come se fossero pezzi di Lego . Riunioni inconcludenti, pellegrinaggi da un ufficio tecnico ad un assessorato senza ottenere nulla. Roba da Kafka. Ecco perché ora Solinas crede che dietro quei no e dietro i problemi burocratici si nasconda altro: «Forse non mi hanno valutato all'altezza. Credono che non sia un imprenditore, faccio solo il pizzaiolo. Ma ho vinto io la gara, quei campi si devono fare».
Al posto di rettangoli da calcetto e bocce, sulla terrazza ai piedi delle mura di Castello qualcuno (l'ex assessore all'urbanistica Giampaolo Marchi, tanto per citarne uno) avrebbe voluto un ristorante panoramico. L'attuale titolare dell'assessorato, Gianni Campus, tiene a precisare «di non aver seguito l'iter del progetto» e ipotizza un «conflitto dal punto funzionale e progettuale con la passeggiata sotto le mura». Cioè l'anello che corre attorno alla rocca del centro storico e che l'amministrazione comunale intende realizzare: il primo tassello è quello dell'ex vivaio (cantiere bloccato dalla procura) che dovrebbe diventare punto di partenza del percorso. In mezzo, il sogno di Solinas e la terrazza dell'Apcoa. Dove sabato Gianfranco Carboni, presidente della Circoscrizione, annuncia una manifestazione pro-impianti: «I campi servono: negli accordi c'è scritto che devono essere concessi gratis 20 giorni all'anno alla Circoscrizione. E la mattina devono essere a disposizione delle scuole del centro storico». Ovvero: gli istituti Satta, Santa Caterina, Convitto nazionale e Manno. Un'ultima mossa, per evitare che la partita di Solinas finisca con una sconfitta. Da scacco matto.
MICHELE RUFFI

18/11/2008