Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Baretti, estate sempre più a rischio

Fonte: L'Unione Sarda
2 aprile 2013


POETTO. I gestori non possono aprirli ma non vogliono demolirli. E la procura potrebbe sequestrarli

La Regione è pronta a inviare un commissario ad acta al Comune

I gestori non possono riaprirli ma non intendono demolirli, l'hanno detto chiaramente. Per ragioni economiche e perché non avrebbero alcuna certezza di poterli rimontare entro l'estate. La procura della Repubblica, allora, potrebbe disporne il sequestro, indipendentemente dall'approvazione o meno di una legge che, superando il concetto di temporaneità e in attesa del Pul, ne autorizzi la permanenza sulla spiaggia. Significa che nonostante lo sforzo che in queste ore stanno compiendo, tardivamente, le forze politiche, le probabilità che quest'estate al Poetto non ci siano servizi di ristoro è concreta.
RISCHIO COMMISSARIO A complicare il quadro c'è il rischio che la Regione invii un commissario ad acta al Comune, l'unico nell'Isola - assieme a Villasimius - a non aver applicato le norme vigenti in materia di concessioni demaniali marittime con finalità turistico-ricreative che prevedono la proroga al 31 dicembre 2015. Il 9 gennaio scorso l'assessorato regionale all'Urbanistica aveva intimato a Palazzo Bacaredda di procedere alla proroga ma il Comune aveva risposto che essendo in corso la procedura di decadenza delle concessioni non ha senso rinnovarle. Per la Regione si tratta comunque di un inadempienza perché - fa sapere il capo di Gabinetto di Rassu, Massimiliano Tavolacci, i Comuni hanno l'obbligo di rinnovare anche se dovessero poi revocarle.
NORMA TRANSITORIA Ora che la prospettiva di una primavera e un'estate senza chioschi si fa concreta, la politica prova freneticamente e tardivamente a rimediare. Sel, il partito del sindaco, si è sempre distinto per i tentativi di scongiurare il blocco delle attività, che comporterebbe la perdita di 200 posti di lavoro. Ieri Luciano Uras, Giorgio Cugusi e Carlo Sechi hanno nuovamente sollecitato Una norma transitoria che consenta ai chioschetti di rimanere in piedi sino al 31 dicembre in attesa dell'approvazione del Piano di utilizzo del litorale. «Siamo concordi con l'iniziativa adottata dal sindaco di Cagliari per un fattivo confronto tra il Consiglio regionale, organo legislativo, e le amministrazioni direttamente interessate alla questione».
APPROCCIO COOPERATIVO «In questo senso cooperativo», sostengono i tre consiglieri regionali dell'Italia dei valori, «dobbiamo agire tutti. Per questo è da rigettare ogni tentativo di dividere gli organi pubblici che a vario titolo debbono trattare la questione», scrivono riferendosi, forse, alle dichiarazioni rilasciate giovedì dal capogruppo del Pdl Pietro Pittalis che aveva accusato il sindaco Zedda di essersi tardivamente attivato per salvare i chioschi. «Ai legislatori», concludono Uras, Cugusi e Sechi, «compete intervenire nella regolazione generale dell'argomento anche modificando le disposizioni esistenti, alle amministrazioni applicare le leggi in vigore».
Fabio Manca

 


Consiglio regionale
Martedì Zedda
incontra
i capigruppo

Si vedranno martedì dopo pasquetta, Massimo Zedda e Claudia Lombardo. Ieri la presidente del Consiglio regionale ha inviato una lettera al sindaco per comunicargli la data dell'incontro, richiesto dal primo cittadino, nel quale sarà concordata una via d'uscita legislativa in grado di bloccare lo smantellamento dei chioschi sul litorale. La riunione, alla quale parteciperanno anche i capigruppo di maggioranza e opposizione, si terrà alle 17 nei locali della presidenza.
Nella lettera, la presidente concorda con Zedda sul fatto che «l'importanza della vicenda travalica le specifiche posizioni delle singole parti politiche riguardando l'intera collettività» ma ricorda che la commissione competente - la quarta - ha già iniziato l'esame preliminare dei progetti di legge salva-baretti, «prendendo anche in considerazione l'opportunità di sentire in audizione l'amministrazione comunale di Cagliari e l'assessore regionale degli Enti locali per un approfondimento delle tematiche».
A suggerire i testi delle proposte di legge erano stati i gestori dei chioschi del Poetto nel corso di un incontro avvenuto due settimane fa. Nei giorni successivi Luciano Uras (Sel) aveva fatto suo il materiale formalizzando una proposta di legge cui ne era seguita un'altra firmata da Edoardo Tocco (Pdl).
Ora l'obiettivo è unificare i testi, emendandoli per arrivare ad una sintesi. Certo è che i tempi sono strettissimi e la legge deve essere licenziata immediatamente, prima che il Comune emani le ordinanze di demolizione, che il Comune reputa inevitabili dopo che è stata respinta dai dirigenti la richiesta di accertamento di conformità delle strutture presentata dai gestori. I capigruppo hanno chiesto l'applicazione della procedura d'urgenza, che è stata accordata. Nel corso dell'incontro di martedì si dovrà trovare quell'intesa tra Comune e partiti in Regione mancata negli ultimi mesi di dura contrapposizione. (f.ma.)

 


L'appello
«Evitare
il ritorno
a deserto
e abbandono»
«Si tratta di piccole attività d'impresa che garantiscono lavoro a diverse decine di occupati e assicurano un presidio permanente del litorale, evitando il ritorno ad un passato di abbandono e desertificazione della spiaggia nei mesi invernali». Lo scrivono i tre consiglieri regionali di Sel che chiedono una norma transitoria per salvare i chioschi del Poetto.
«Sono strutture che impattano nell'ambiente in modo non significativo, soprattutto se si considerano le cubature preesistenti e prevalentemente realizzate in muratura e in cemento armato e integralmente fatte salve dalla vigente legislazione in materia paesaggistica ed urbanistica», scrivono Luciano Uras, Giorgio Cugusi e Carlo Sechi.
Per i tre consiglieri «è incontestabile che il Ppr, oggi oggetto di un insistente tentativo di rilevante modifica e di cui si è approvato solo lo stralcio costiero, è inapplicato nella quasi totalità del territorio regionale», scrivono Uras, Cugusi e Sechi. Secondo i quali, il processo legislativo sulle norme costiere «deve andare avanti. Non deve subire stop strumentali ad una azione aggressiva di smantellamento dei principi ispiratori della Pianificazione paesaggistica regionale. È noto a tutti come non sia stata avviata la obbligatoria pianificazione urbanistica di adeguamento, bloccata in tutta la Sardegna, e come, ancora, non siano stati adottati i Pul in tanti dei 72 comuni costieri».
«Da qui nasce l'esigenza, legittima, di pensare ad una norma transitoria che consenta lo svolgimento di quelle piccole attività fino al 31 dicembre del 2013 e per consentire una trattazione organica della materia. Materia che è anche oggetto di riflessione normativa in ambito nazionale».