Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Restituiteci le opere d'arte trafugate da Sant'Agostino»

Fonte: L'Unione Sarda
2 aprile 2013


VIA BAYLLE. Don Fois: negli anni, portati via statue, dipinti e argenti


Sant'Agostino rivuole i suoi tesori. Sono più di cento le opere d'arte portate via nel secolo scorso dall'antica chiesa di via Baylle, quasi mille le firme già raccolte in pochi giorni dai parrocchiani per riaverle indietro. Molti capolavori, tra statue, dipinti, argenti e oggetti sacri, sono stati individuati in altre chiese, musei e perfino case private, per cui potrebbero essere facilmente recuperati. La petizione avviata dall'anziano rettore, don Vincenzo Fois, insieme al suo collaboratore Nicola Ariu, rappresenta nello stesso tempo un accorato appello e un grido di dolore. Una richiesta ma anche una denuncia forte.
LA DENUNCIA «C'è stata una totale mancanza di sensibilità da parte delle autorità competenti», tuona don Vincenzo, «in particolare del Fec, Fondo edifici di culto, proprietario della chiesa di Sant'Agostino». Nel mirino del rettore anche la Soprintendenza e il Comune, affidatario della chiesa. «L'80% delle opere scomparse», spiega il suo giovane collaboratore Ariu, «sono finite nelle mani di antiquari senza scrupoli e difficilmente saranno recuperate. Ma esiste un 20% di opere che si potrebbero riportare in via Baylle, dato che sappiamo dove sono. Lanciamo pertanto un appello alle istituzioni e in particolare alla Prefettura, affinché si attivino immediatamente con questo obiettivo».
LE OPERE Si tratta di opere di valore inestimabile che rappresentano un pezzo di storia della città. «Il sogno è riavere un retablo del 1700 della Beata Rita da Cascia. Un'opera larga 7 metri e alta 9 con tele laterali di Sebastiano Scaletta. Non ce n'è più traccia, è sparito». È invece nota l'ubicazione del “Crocifisso doloroso” ligneo del 1500 alto 180 centimetri. «Il pezzo in questione, trasferito negli ultimi 34 anni in quattro posti diversi, ultimamente è stato posizionato in un'altra chiesa di Cagliari. Abbiamo provato a recuperalo, ma senza esito». Stesso discorso per una statua del 1700 raffigurante Santa Rita, realizzata dal Lonis. «Questa statua», sottolinea Ariu, «occupava la nicchia centrale del retablo scomparso».
L'APPELLO La chiesa di Sant'Agostino venne risparmiata dai bombardamenti. «Ma quello che non fecero le bombe lo fecero i cristiani», dice don Fois, «la chiesa divenne vetrina di acquisto di tutti gli oggetti che la arredavano. Il mio appello è solo uno: rimediamo allo scempio, difendiamo la città».
Paolo Loche