Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Un anno senza il Sant'Elia

Fonte: L'Unione Sarda
2 aprile 2013


Il primo aprile del 2012 si giocò l'ultima partita nello stadio inaugurato nel 1970

Va in rovina, ma il Cagliari potrebbe doverci tornare
Il Cagliari calcio e il Sant'Elia si sono detti addio, o forse arrivederci, il primo aprile del 2012. I rossoblù di Massimo Ficcadenti avevano appena liquidato l'Atalanta per due a zero con reti di Conti e Pinilla ed avevano messo in cassaforte la salvezza, anche se mancava la certezza matematica quando il presidente Cellino ufficializzò quella che nelle settimane precedenti sembrava solo un'ipotesi surreale: «Da ora in poi il Cagliari giocherà le partite casalinghe a Trieste». Poche ore dopo sul sito della Lega venne ufficializzato che Cagliari-Inter del 7 aprile si sarebbe disputata al Nereo Rocco. Seguirono le reazioni sconcertate di sindaco («Decisione inaccettabile», dichiarò Massimo Zedda) e tifosi, divisi tra chi riteneva che si dovesse continuare a giocare in Sardegna nonostante la precarietà del Sant'Elia, e chi sosteneva che fosse meglio giocare in uno stadio lontano ma pieno che in uno vuoto e insicuro.
TIFOSI SOTTO SHOCK Per la città fu uno shock. Ma del resto anche quel campionato fu caratterizzato dall'incertezza sull'agibilità. Soprattutto dopo che, a gennaio, erano stati chiusi il settore distinti e la curva sud per problemi di sicurezza e da allora la capienza dello stadio era inferiore a quella stabilita dal regolamento della serie A. Per quattro mesi si andò avanti con puntuali deroghe accordate dalla Commissione provinciale di vigilanza. Cellino decise di dire basta quando, a sentire il Comune, mancavano pochi giorni alla conclusione dei lavori.
ANNI DI BRACCIO DI FERRO L'epilogo peggiore dopo anni di braccio di ferro e cause legali tra società e amministrazione civica. Anni nel corso dei quali sindaci, giunte e consigli comunali che si sono succeduti a Palazzo Bacaredda non sono stati capaci di trovare una soluzione al problema stadio. Nei primi anni 2000 il Comune ipotizzò la ristrutturazione dell'impianto a sue spese, poi si ragionò sull'ipotesi di cessione alla società a condizioni che nessuno è mai riuscito a trovare. Anche per qualche capriccio di troppo del presidente Cellino.
L'ODISSEA POST SANT'ELIA Lo scorso campionato, il Cagliari terminò il torneo a Trieste, dove giocò quattro partite di campionato (due pareggi, una vittoria e una sconfitta) e una di coppa Italia (vinta) mentre la società cullava il progetto, poi fallito, di uno stadio a ridosso dell'aeroporto di Elmas. Poi iniziò l'avventura di Is Arenas dove il Cagliari, dal 2 settembre 2012, ha giocato 14 partite di cui cinque a porte aperte, tre con apertura parziale, le altre a porte chiuse. Senza considerare il match non disputato con la Roma (23 settembre 2012) e quello del 21 dicembre con la Juventus giocato nel neutro di Parma.
L'INCOGNITA 2013-2014 Ora il Sant'Elia, che nel frattempo ha continuato ad andare in malora, potrebbe tornare prepotentemente alla ribalta. Se lo stadio quartese non otterrà l'agibilità, il Cagliari dovrà scegliere dove giocare il prossimo campionato. E lo dovrà fare all'atto dell'iscrizione della squadra al torneo, cioè a giugno, tra due mesi. Secondo il sindaco per rendere il vecchio stadio presentabile basterebbero 500 mila euro. Sarebbe comunque l'ennesimo palliativo. Perché il sindaco ha indetto un concorso internazionale di idee avviando un percorso che forse darà qualche frutto ma di certo si concretizzerà tra molti anni. Nel frattempo dove giocherà il Cagliari?
Fabio Manca