Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Loculi alti, difficile mettere i fiori ai defunti

Fonte: L'Unione Sarda
13 marzo 2013


Cimitero di San Michele
 

Mettere un fiore o accendere un cero diventa impresa ardua e non per tutti realizzabile: succede al cimitero San Michele, dove ormai da qualche anno i loculi hanno raggiunto l'altezza delle case. E gli anziani sono costretti a tentare la scalata di oltre tre metri, con tutti i rischi facilmente intuibili, oppure arrendersi e commemorare mestamente il proprio caro defunto dal basso verso l'alto. Una situazione inaccettabile per i cittadini, che adesso vogliono che il Comune trovi una soluzione. Il problema infatti è stato sollevato nello specifico da un residente, ma preoccupa in realtà migliaia di famiglie cagliaritane: le file dei loculi hanno ormai raggiunto quota sei, e gli spazi a disposizione - sebbene sempre più famiglie scelgano la cremazione per i propri defunti - non dureranno ancora per molto.
Proprio per assicurare l'incolumità dei visitatori più di dieci anni fa, nel 2002, venne approvato un progetto che prevedeva soltanto tre file: sette anni dopo fu innalzato un quarto piano, giustificato col fabbisogno della popolazione. L'anno successivo, nel 2010, ecco comparire un'ulteriore fila, raggiungendo oltre due metri d'altezza. E l'anno dopo ancora, sei piani di loculi. Nei primi mesi di legislatura dell'attuale amministrazione, persino un consigliere comunale, Alessio Mereu (Riformatori), presentò un'interrogazione in aula: «Chiesi nello specifico se fosse opportuno costruire ancora in verticale - ricorda - considerando le gravi difficoltà che gli anziani avrebbero riscontrato per raggiungere i propri cari. Purtroppo un vecchio progetto di ampliamento del cimitero incontrò l'insormontabile l'ostacolo degli espropri».
Oltre all'esponente dei Riformatori «sono intervenuti anche l'autorità per la Vigilanza dei Contratti pubblici e la Presidenza del Consiglio dei Ministri - commenta il cittadino che ha deciso di protestare contro questa situazione - ma il tutto senza esito. A quando la notizia della disgrazia?».
Michela Seu