Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

Il piano di Allevi per il concerto di un musicista che odia le caste

Fonte: Sardegna Quotidiano
8 marzo 2013

L’INTERVISTA

 

Travolto dalla musica abbandono ogni difesa, guardo il mondo con gli occhi di un bambino», ha detto. E in effetti Giovanni Allevi, quando si siede al pianoforte e comincia a sfiorare i tasti, ha un che di infantile. Sarà per il suo modo di fare un po’ impacciato, sarà per la folta chioma riccioluta e disordinata, o per il look sbarazzino. Sta di fatto che quando suona trasmette tutte le sue emozioni, una gioia e una passione che non possono passare sottotono, in sordina. L’enfant terrible della “musica classica contemporanea”, quello che si è attirato le critiche, anche dure, dell’Ac - cademia”, ma che ha fatto innamorare il pubblico e ha un seguito da fare invidia, arriva domenica in città, al teatro Lirico, alle 21, con il suo “Sunrise Tour” (unica tappa sarda, organizzata da Shannara), accompagnato dall’Orchestra Sinfonica Italiana. Sunrise, alba. Come il titolo del suo ultimo album, un nuovo inizio, pubblicato dopo un periodo in cui si era rabbuiato: essere definito dal violinista Uto Ughi un «modestissimo musicista », beh, un bel pugno allo stomaco, lo ha fatto soffrire molto. E Allevi come ha risposto? Componendo il suo primo concerto per violino e orchestra, in fa minore, “La danza della Strega”: «La musica della mia rinascita.

Dopo un lungo e difficile periodo, le note, la gioia e l’entusiasmo sono tornati ad investirmi come una cascata », ha dichiarato. E domenica al Lirico la dirigerà quella musica, eseguita da Natalia Lomeiko, russa, premio Paganini, docente di violino alla Royal Academy di Londra, che si sta alternando nel tour con la giapponese Reiko Watanabe (nell’album il violino è quello del polacco Mariusz Patyra). Una donna, una scelta voluta per i live: «Natalia sta eseguendo il mio concerto con una passionalità che ti leva il fiato», dice il compositore marchigiano. In programma, come nel cd, anche “Fantasia concertante per pianoforte e orchestra”. L’Allevi doc, con il suo estro musicale, non più in veste di direttore ma di solista. Progetto sinfonico “Sunrise”, il musicista di Ascoli Piceno, quasi quarantaquattro anni, due diplomi al Conservatorio e una laurea in filosofia, tutto “cum laude ”, dopo “Evolution” (2008) torna all’orchestra. Ancora un’evoluzio - ne nel suo percorso? «Essere artisticamente onesti significa cercare ogni volta di superare se stessi senza mai vivere di rendita», risponde. «Credo che “Sunrise”sia uno dei miei progetti più folli: pubblicare oggi un concerto per violino e orchestra è un gesto controcorrente». “New classic”, “new romantic ”, tante le definizioni che si possono dare alla musica di Allevi. Composizioni troppo “easy ”, lontane dalla musica cosiddetta colta o dalle esperienze d’avanguardia (dodecafonia, minimalismo) del ‘900: è l’accusa che gli è stata spesso rivolta. È possibile che i suoi brani non abbiano il cotè del capolavoro.

Ma è anche vero che Allevi compone in modo solo apparentemente semplice: i temi principali sono solitamente accattivanti, facilmente orecchiabili, ma lo sviluppo si apre a melodie, armonizzazioni, accordi più complessi, segni chiari di una cultura musicale che attinge alla tradizione europea. Allora, possiamo parlare, nel suo caso, di musica classica contemporanea? «Utilizzo forme classiche per raccontare il presente», sottolinea. «Nel mio concerto per violino e orchestra il discorso è evidente, e anche i miei più acerrimi detrattori, che tanto criticano questa scelta, in fondo sanno che ho ragione». Risposta secca. È stato definito il Beppe Grillo della musica in Italia, Allevi, e non gli dispiace. «È una definizione che non mi sorprende: sono anni che lotto contro l’ideologia di una casta della musica che, chiusa nel palazzo con i suoi privilegi, ha perso il contatto con la realtà. Da molto tempo ho appeso il frac, ho tolto i miei titoli accademici dal muro e ho scelto di essere vicino alla gente». Il suo pubblico, è quello che gli interessa di più. Come i fan che riempiranno fra due giorni il Lirico e ascolteranno la sua “alba” musicale. Sensibile anche ai temi sociali il maestro marchigiano: «Mi sta molto a cuore il destino dei tanti lavoratori sardi in difficoltà». E un po’ del - la sua musica domenica sera sarà dedicata proprio a loro. Massimiliano Messina