Rassegna Stampa

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Sant'Elia, Zedda apre: "Servono 500mila euro per ospitare 12mila spettatori"

Fonte: web cagliaripad.it
6 marzo 2013

Cagliari
5 Marzo 2013 ore 19:15
 

Il Sindaco precisa che attualmente non è possibile utilizzare lo stadio a causa dei ricorsi esistenti inoltrati da parte del Cagliari Calcio, ma garantisce la disponibilità da parte del Comune
Andrea Deidda
 

 

Cinquecento mila euro per aprire lo stadio a oltre 10 mila spettatori e porte aperte da parte del Comune al Cagliari Calcio. E’ questa la cifra indicata dal sindaco Massimo Zedda in Consiglio comunale in risposta a un’interrogazione dell’Idv.

“Se la società Cagliari Calcio chiedesse di poter utilizzare lo Stadio Sant'Elia, questo è un passaggio fondamentale, non ci sarebbero ostacoli da parte del Comune di Cagliari”. Il primo cittadino apre le porte per il ritorno del Cagliari al Sat’Elia. E spiega, rispondendo ad un’interrogazione del capogruppo dell’Italia dei Valori, Giovanni Dore, che sarebbero sufficienti 500 mila euro per garantire l’ingresso di oltre 10 mila tifosi.

“Servirebbero i tempi giusti per i lavori da effettuare dopo la scelta della società di andare via da Cagliari”, ha spiegato in aula il sindaco Zedda, “servirebbe il pagamento di un canone d'affitto ancora da determinare ma è bene chiarire che da parte di questa amministrazione c'è la massima disponibilità. Tutto in attesa del nuovo Sant'Elia”, aggiunge, “per cui il concorso di idee internazionale va avanti. Le linee guida prevedono uno stadio destinato al calcio, all'inglese, con la presenza”, conclude, “di tribune modulari in modo da mantenere la pista d'atletica al di sotto e conservarne la vocazione olimpica”.

Dal punto di vista amministrativo lo Stadio Sant’Elia è oggi tornato nella disponibilità del Comune. La concessione con la Cagliari Calcio (che sarebbe comunque scaduta al termine di questo anno solare), è stata rescissa (anche se contro questa decisione del Comune il Cagliari si è opposto al Tar) dall’Ufficio Sport il 24 agosto 2012. Questo a causa delle “gravi e continue violazioni dei termini della convenzione da parte del Cagliari Calcio”, ha spiegato il sindaco, in particolare nella violazione quasi integrale dell’obbligo a versare al Comune il “non proprio esoso” canone annuale di 50 mila euro.

La società di Massimo Cellino ha infatti restituito le chiavi dello stadio il 20 novembre sorso. L’impianto è stato trovato in condizioni di “notevole disordine amministrativo”: ci sarebbe ancora il custode dell’impianto che non ha restituito le chiavi dell’alloggio e ci sono attrezzature del Cagliari Calcio. Tuttavia l’amministrazione ha ancora le mani legate per quanto riguarda la possibilità di un eventuale utilizzo. Legate perché sul reimpiego dello stadio pesano vicende giudiziarie che oppongono Palazzo Bacaredda alla società sportiva. Nell’ambito di uno di questi giudizi è stato chiesto un accertamento tecnico preventivo (Atp) attualmente ancora in corso. Prima della conclusione non è possibile per l’amministrazione compiere i lavori necessari ad assicurare la piena disponibilità dell’impianto, indispensabili a seguito dello smantellamento delle tribune.

In concreto per riaprire il Sant’Elia a un numero ricompreso tra i 5 mila e i 10 mila “non ci sarebbe l’obbligo di disporre dei tornelli ma l’esame da parte della commissione potrebbe richiedere di installare un impianto di telecamere a circuito chiuso non più disponibile a causa di un furto avvenuto prima della riconsegna dello Stadio al Comune. Il numero di 10 mila spettatori – spiega Zedda - potrebbe essere raggiunto utilizzando una tribuna di proprietà comunale di mille posti e noleggiandone altre quattro da disporre nel settore curva nord e distinti. In relazione a una valutazione delle spese si ritiene di poterle contenere nei 200 mila euro per la soluzione a 5 mila spettatori. Non risulta invece immediatamente valutabile quella dei 10 mila spettatori dovendosi provvedere al reintegro dell’impiantistica smontata dalla Cagliari Calcio. Si può ipotizzare in questo secondo caso una spesa di circa 500/600 mila euro”.