Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Cinquantanove docenti rischiano il processo

Fonte: La Nuova Sardegna
13 novembre 2008

GIOVEDÌ, 13 NOVEMBRE 2008

Pagina 4 - Sardegna

di Mauro Lissia




Gli accademici appoggiarono Soru, querelati per diffamazione

CAGLIARI. Cinquantanove docenti universitari rischiano il rinvio a giudizio con l’accusa di diffamazione a mezzo stampa per aver firmato il 26 gennaio dell’anno scorso un documento d’appoggio al governatore Renato Soru nella sua battaglia contro l’edificazione dell’area di Tuvixeddu. A querelare il gruppo di cattedratici sardi, della penisola e stranieri erano stati l’ex sindaco di Cagliari Mariano Delogu, oggi senatore di An, e l’avvocato Agostinangelo Marras per conto dell’imprenditore Gualtiero Cualbu, cui fa capo il progetto della Nuova Iniziative Coimpresa.
Progetto al centro da anni di un furibondo conflitto giudiziario con l’amministrazione regionale guidata da Soru. L’uno e l’altro si erano sentiti offesi dal contenuto del documento intitolato “Per una svolta nella politica di tutela dei beni culturali” in cui i firmatari scrivevano di “una pubblica, incestuosa e concertata collusione tra politici, imprenditori e funzionari con l’unico obbiettivo di privatizzare tutte le aree panoramiche e di pregio ancora esistenti”. Frasi forti, che facevano seguito allo stop imposto dalla Regione ai cantieri aperti sui colli punici. Il pubblico ministero Giangiacomo Pilia ha avviato la notifica dell’avviso di chiusa inchiesta 415 bis a tutti i docenti - il loro numero sarebbe un record nella storia giudiziaria per il reato di diffamazione a mezzo stampa - che devono rispondere in concorso fra loro del reato commesso per l’accusa con la pubblicazione del documento nel sito istituzionale della Regione. In realtà il testo incriminato uscì anche sui quotidiani e su numerosi siti internet di informazione, su blog privati e rassegne stampa. Ma la scelta di Delogu e di Cualbu è stata di querelare soltanto i responsabili della diffusione e i firmatari. Fra questi nomi importanti e notissimi del mondo accademico nazionale, scrittori e intellettuali che si erano riconosciuti in un testo ad alto contenuto critico e che ora dovranno quasi sicuramente difendersi davanti al giudice monocratico. Ecco i loro nomi: Bruno Anatra, Gianfranco Tore, Giovanna Murgia, Francesco Atzeni, Sandro Maxia, Antonio Loi, Giovanni Ugas, Giancarlo Nonnoi, Luciano Marrocu, Anna Saiu Deidda, Franco Masala, Marisa Frongia, Simonetta Angiolillo, Luigi Leurini, Claudio Natoli, Antioco Floris, Cristina Lavinio, Roberto Coroneo, Patrizia Mureddu, Gianfranco Nieddu, Antonietta Dettori, Ines Loi Corvetto, Laura Pisano, Antonio Trudu, Maurizio Trifone, Laura Sannia, Gabriella Da Re, Mariella Lorinczi, Ignazio Putzu, aria Sofia Casula, Nicoletta Da Crema, Antonella Marra, Franca Ortu, Placido Cherchi, Mariolina Falzari, Tonina Paba, Augusto Puxeddu, David Bruni, Maria Grazia Dongu, Francesco Asole, Andrea Maurizi, Gabriella Mazzon, Goeffrey Gray, Steve Buchledee, Marilisa Piga, Carlo Antonio Borghi, Felice Tiragallo, Elisabetta Marini, Tristano Gargiulo, Clara Incani, Mauro Pala, Nicoletta Puddu, Helmuth Moysich, Fabio Parascandalo, Angela Basso, Giovanna Caltagirone, Antonello Dessì. Fino a questo momento nessuno di loro ha ancora nominato un legale di fiducia, a difenderli è l’avvocato Marcello Spissu nominato d’ufficio dal pubblico ministero. Non appena ricevuta la notifica dell’atto, i cinquantanove docenti dovranno però nominare un difensore e avranno venti giorni di tempo per chiedere l’interrogatorio di garanzia e produrre memorie o documenti difensivi.
Nel “manifesto” firmato a gennaio dell’anno scorso i docenti avevano valutato “positivamente la sensibilità dimostrata dal presidente della Regione a tutela del patrimonio culturale dell’isola e delle aree storiche e archeologiche più rilevanti e significative”. Il documento conteneva poi un “plauso all’iniziativa di fermare i lavori su Tuvixeddu ponendo finale alla colpevole inerzia degli organi amministrativi statali, regionali e comunali” e l’auspicio che l’iniziativa potesse “costituire un segnale di svolta nella politica del patrimonio storico, archeologico e ambientale della Sardegna”.
Anche su questa vicenda, parallela allo scontro in atto su Tuvixeddu, potrebbero pesare gli esiti dell’inchiesta giudiziaria condotta dal sostituto procuratore Daniele Caria, che indaga fra l’altro anche sulle presunte indecisioni e inerzie degli organi statali rispetto al problema della difesa dell’area archeologica.