Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Stop ai lavori ma solo fino a dicembre

Fonte: La Nuova Sardegna
13 novembre 2008

GIOVEDÌ, 13 NOVEMBRE 2008

Pagina 4 - Sardegna

Non confermata l’ordinanza del Tar. Il sindaco Floris: spero in un accordo



Il Consiglio di Stato accoglie il ricorso della Regione e circoscrive i tempi




ROBERTO PARACCHINI

CAGLIARI. Il Consiglio di Stato non conferma l’ordinanza del Tar e blocca i lavori su Tuvixeddu. Ma circoscrive il fermo precisandone i tempi: sino il 4 dicembre. La Giunta regionale, il 4 settembre scorso, aveva deciso lo stop delle opere per tre mesi. Ma Comune e Coimpresa avevano fatto ricorso e il Tar aveva concesso la sospensione cautelare del provvedimento.
I magistrati amministrativi hanno sciolto il dubbio se i tre mesi del provvedimento fossero da conteggiarsi alla data del provvedimento o, come auspicato dalla Regione, dalla pubblicazione sul Buras (non ancora avvenuta).
L’antefatto. La storia dell’odissea di Tuvixeddu racconta di un contenzioso che dura da due anni: tra la Regione, da un lato, e la Coimpresa e il Comune, dall’altro. Tutto è iniziato da un accordo di programma firmato, nel 2000, dallo stesso governo dell’isola (di allora), dall’ente locale del capoluogo e dai privati. L’oggetto riguardava una «lottizzazione integrata» sui colli di Tuvixeddu (dove si trova la necropoli punico romana più grande del Mediterraneo) e Tuvumanno.
Il parco. L’intesa prevedeva: 23 ettari di parco archeologico naturalistco per la necropoli e una serie di edificazioni (400 in tutto) da realizzare in un’altra parte di Tuvixeddu, 263 in via Is Maglias e 140 a Tuvumannu (il colle già quasi del tutto scomparso per le lottizzazioni).
L’accordo. L’intesa del 2000 teneva conto sia degli interessi del Pubblico (il Comune voleva riqualificare l’area e dimezzare un grosso debito pregresso, per espropri irregolari, rilevato dalla Coimpresa), che del privato che avrebbe guadagnato dalla vendita degli appartamenti.
Il Codice Urbani. Col passare degli anni, alla sensibilità ambientale si è aggiunta quella paesaggistica, ratificata dal Codice Urbani del 2004, che dà al paesaggio un valore «culturale non commercializzabile». Non solo difesa dell’ambiente, quindi, ma tutela del paesaggio come sedimentazione del vissuto di chi vi abita. Il che significa che assumono valore anche le aree morfologicamente compromesse (a Tuvixeddu le cave hanno creato il canyon). Indicazioni contenute anche nel ppr (piano paesaggistico regionale).
Il contenzioso. Da queste premesse partì l’intervento della Regione, deciso nel 2007 col primo blocco dei lavori. Ma la Coimpresa e il Comune (che aveva appaltato sia i lavori per il parco, che quelli per la nuova viabilità - era prevista una strada anche all’interno del canyon) fecero ricorso. E sia il Tar che il Consiglio di Stato gli diedero ragione rilevando gravi irregolarità (formali e sostanziali) negli atti della Regione. Infine l’ultimo provvedimento del 4 settembre.
L’ordinanza. L’atto dell’altro ieri del Consiglio di Stato si rifà anche al precedente: il che «significa che nel merito valgono le osservazio fortemente critiche all’operato della Regione», afferma Giuseppe Cualbu, amministratore della Coimpresa. Il governo dell’isola, però, fa sapere che l’annullamento della sospensiva avvalora la volontà di difesa paesaggistica della Regione.
Nuova diatriba. Inoltre viene precisato che nelle attuali norme regionali c’è anche la possibilità, su delibera del Consiglio, di rinnovare per altri tre mesi il blocco. Ma nell’ordinanza, ribatte Cualbu, «c’è scritto che l’atto è destinato a perdere irreversibilmente gli effetti alla data del 4 dicembre». Siamo di nuovo «alla bagarre», afferma invece il sindaco Emilio Floris. «Spero che si trovi un accordo tra Regione e Coimpresa».