Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

I cancelli restano chiusi

Fonte: Sardegna Quotidiano
21 febbraio 2013

 Ex Manifattura

 

INCOMPIUTA

I lavori per vedere sorgere “La Fabbrica della creatività” sarebbero dovuti finire circa un anno fa

Per sapere cosa accadrà bisogna aspettare che accada, scrive Murakami consapevole della banalità, ma poi mica tanto. A Cagliari si aspetta che si fabbrichi la creatività nella “Fabbrica della creatività” dal 2009 ma per ora, nonostante le annunciazioni, sta passando la fantasia. Soprattutto a chi da fuori passeggia accanto alla bellissima ex Manifattura tabacchi di Viale Regina Margherita e vede sempre chiuso il cancello. I lavori sono iniziati a maggio 2011 e la consegna nel nuovo gioiellino della cultura sarebbe dovuto avvenire dopo 310 giorni, quindi quasi un anno fa. Ma ancora si aspetta di dividere coi sardi l’interno di un edificio storico nel quale dovrebbero sorgere tra le altre cose un museo, laboratori per la pittura, danza, scultura, una sala tessile-ceramicae pure orafa, un’altra sala per il cinema, archivi vari, studi di architettura-design- grafica e poi chissà cos’altro.

L’APPALTO Erano stati destinati quasi 5 milioni per la realizzazione dell’inter vento che nello specifico andava a ristrutturare la parte più moderna dell’edificio con aggiustamenti qui e là volti a rendere sicuro tutto il complesso datato cinque secoli fa. Ad assicurarsi l’appalto l’Impresa Pellegrini che se lo aggiudicò quando ancora c’era la giunta Soru, con l’assessore Lucia Baire alla cultura entusiasta di annunciare il centro culturale polifunzionale. Era il 2009 e prima dell’inizio dei lavori si era ovviamente fatto in tempo a cambiare giunta. Così fu l’assessore Sergio Milia a portare avanti il progetto e l’11 maggio del 2011 aveva annunciato proprio all’ex Manifattura l’inizio dei lavori con tanto di previsioni e idee.

I TRASCORSI

Ma fino ad oggi nessuna novità sullo stato del palazzo che per anni rappresentò il primo centro per lavoratori “statali ” dell’isola, fabbrica di sigarette, sigari tiscani ma anche delle “sigaraie ”, probabilmente le prime donne cagliaritane a unirsi in modo compatto per difendere i propri diritti di lavoratrici. L’ultima sigaretta era stata prodotta il 17 dicembre 2001, dopodiché la ex Manifattura che non riuscì a stare tecnologicamente al passo coi tempi chiuse i battenti lasciando a casa circa 180 operai. Oggi ci sarebbe la possibilità di farla rivivere, soprattutto sventata la paura di un decennio fa, quando rischiò di essere perduta per sempre dopo la vendita dell’edificio da parte del Demanio alla Fintecna, società del gruppo Iri. Avviato il contenzioso poi, il Demanio stesso rinunciò ai diritti sull’ex Manifattura, finita nella mani della Regione. Che non poteva lasciarla morire. Aspettando la “Fabbrica della creatività” l’assessore Milia assicura che «i lavori stanno andando avanti e presto saranno ultimati». Ma poi, “per sapere cosa accadrà bisogna aspettare che accada...” Virginia Saba

IL PASSATO NASCE COME CONVENTO PASSÒ ANCHE SALVATORE DA HORTA

Verso la fine del quattrocento, i frati minori osservanti costruirono il loro convento nell’edificio vicino alla Marina. C’era un corpo principale, una chiesa dedicata a Nostra Signora del Gesù di cui oggi rimange solo qualche traccia. Nel monastero furono ospitati alcuni frati iberici, tra i quali Salvatore da Horta proveniente dalla Catalogna. A lui venivano riconosciute doti di taumaturgo e si diceva potesse compiere miracoli. per questo era costantemente onorato dalla devozione dei cagliaritani.

I CANNONI DISTRUSSERO L’EDIFICIO DA ALLORA SI INIZIÒ COI TABACCHI

Il 22 agosto del 1717 i cannoni degli spagnoli distrussero parte dell’edificio. Si salvò solo la chiesa ma i religiosi abbandonarono la struttura. Solo nei primi decenni dell’800 sorgerà la Manifattura Tabacchi. Strumenti rudimentali, produzione di tabacchi da fiuto e trinciati per pipa. Nel 1868 la Manifattura viene data in gestione ad una società, denominata Regia che iniiziò a produrre i sigari toscani. Le vendite andavano talmente bene che la fabbrica rientrò definitivamente nelle mani dei Savoia, ai quali più avanti, nel 1884, subentrò lo Stato.