IL GIALLO. La denuncia


Mentre si attende l'esito della perizia che dovrà stabilire quali sono le esatte condizioni dello stadio al fine di quantificare il presunto danno che il Cagliari calcio avrebbe causato al Comune, il Municipio ha presentato una denuncia contro ignoti per il furto dell'impianto di videosorveglianza.
Si tratta delle 35 telecamere che consentivano alla questura di sorvegliare gli spalti e gli spazi esterni del Sant'Elia da una regia allestita in uno dei box sopra la tribuna stampa per prevenire incidenti o, nel caso si verificassero, individuare i responsabili. Una dotazione obbligatoria per poter disputare una partita di serie A.
Non si sa come possano essere state rubate, visto che lo stadio dei mondiali è off limits per chiunque proprio perché esiste un contenzioso tra Comune e società rossoblù e l'impianto è stato praticamente sigillato dal giorno in cui il Cagliari calcio ha riconsegnato le chiavi, alcuni mesi fa.
Quel che sembra certo è che non si tratta delle stesse videocamere che il Cagliari calcio ha installato nella sala Gos dello stadio di Is Arenas che oltre ad essere più del doppio - sono 72 - sono di diversa marca e, soprattutto, di un'altra generazione. Quelle rubate al Sant'Elia (Panasonic) probabilmente oggi non sarebbero a norma per un altro impianto nonostante, si disse nel 2007, «hanno una definizione così alta da essere in grado di mettere a fuoco la marca dei bottoni della vostra camicia». Ad acquistarle fu il Comune che spese, sei anni fa, 80 mila euro, compreso il costo degli otto monitor installati nella sala del gruppo operativo speciale. A Is Arenas i monitor sono invece cinque: si tratta di schermi a cristalli liquidi ad alta definizione da 40 pollici e ad acquistarli, ordinandoli all'estero, è stata la società rossoblù.
Certo il furto ha dell'inquietante perché evidenzia che l'accesso all'impianto non è impossibile e, dunque, c'è qualche falla nella sorveglianza. (f.ma.)