Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Penalizzati, bocceremo lo statuto»

Fonte: L'Unione Sarda
12 novembre 2008

Sindaci contro 



Quando, l'altro pomeriggio. i sindaci di Uta e di Assemini, che insieme fanno il 90 per cento del territorio gestito dall'ex Casic, hanno visto il risultato delle elezioni per il rinnovo del Consiglio di amministrazione quasi non credevano alle loro orecchie e occhi.
UTA Il sindaco di Uta Ignazio Soriga ha sobbalzato sulla sedia; inviperito per l'esito della riunione prima e della votazione poi, non manda certo a dire la sua insoddisfazione: «Ha prevalso la vecchia, becera politica della partitocrazia più sfrenata» attacca senza riguardi «e quando ho sentito il presidente della Provincia Graziano Milia, che presenziava la riunione, dichiarare la sua intenzione di delegare il suo ruolo niente meno che a Emanuele Sanna allora, in quel momento, mi sono cascate le braccia: ma come, è questo il nuovo che avanza?» E dire che, prima della riunione, Milia aveva anche invitato a pranzo i sindaci per trovare l'accordo. «Che ipocrisia, era tutto preordinato e a noi non era stato detto niente. E annuivano alle mie aspettative di veder considerato il territorio che rappresento», rivela Ignazio Soriga. Vedersi preferiti nel Cda Comuni come Cagliari, Capoterra e Sarroch non è proprio piaciuto. «La riforma regionale tesa a coinvolgere maggiormente gli enti locali che pongono a disposizione il loro territorio - continua il sindaco Soriga - si è rivelata invece un trampolino di lancio per una parte del Pd che avversa il presidente della Regione Renato Soru. Insieme con Assemini avevamo chiesto con spirito di collaborazione di essere rappresentati e per tutta risposta vediamo invece questo risultato, frutto di accordi che tutto intendono perseguire tranne gli interessi di chi effettivamente mette a disposizione le risorse». E la protesta e le polemiche non si limitano alle sole invettive. «Non vogliamo più stare con chi ci offende e ci manca di rispetto», annuncia ora Soriga: «Nel prossimo Consiglio comunale bocceremo la bozza di statuto del nuovo organismo, chiedendo allo stesso tempo di uscire con i nostri terreni da questo Consorzio di poteri e imposizioni celate». Da vedere se sarà possibile, ma certo i rapporti futuri tra i due enti si annunciano difficili.
ASSEMINI Non meno infuriato il sindaco di Assemini Paolo Mereu anche se nelle sue dichiarazioni, vista l'amicizia che lo lega con il neo presidente del neonato Cip Emanuele Sanna, mantiene toni soft: «Vengono penalizzati per l'ennesima volta i Comuni che maggiormente contribuiscono in termini di territorio alla zona industriale», attacca il sindaco di Assemini Paolo Mereu, «tremila ettari dati da Assemini sui complessivi ottomila, più di un terzo». Lo stato di insoddisfazione, nell'ufficio del sindaco di Assemini, al secondo piano del Municipio, è palpabile. «Riteniamo necessaria una riflessione», continua il primo cittadino di Assemini, «al fine di ricreare le condizioni ottimali per i risultati del Cip realmente aderenti alle esigenze della nostra popolazione e finalizzata agli interessi di sviluppo delle attività produttive senza logiche spartitorie».
«Non essere presenti nel Consiglio di amministrazione del nuovo consorzio industriale», lamenta l'assessore alle Attività produttive di Assemini Gianfranco Scalas, «non ci consente di intervenire sul nostro territorio in una fase in cui stiamo anche introducendo importanti iniziative per eliminare le zavorre burocratiche in favore delle aziende». Quando, negli anni passati, Assemini era pure rappresentata nel Consiglio di amministrazione dell'allora Casic le possibilità di intervenire per modificare il quadro della gestione si sono rivelate minime. «E infatti ancora oggi», lamenta l'assessore Scalas, «paghiamo alcune scelte fatte nel passato come per esempio la realizzazione dell'inceneritore consortile a pochi metri dal nostro territorio ma, di fatto, a Capoterra, con quel Comune che da allora beneficia di sostanziali sconti per il conferimento dei rifiuti». L'amministrazione comunale di Assemini non commenta sulla figura del presidente eletto «ma certo che sono singolari le modalità con cui si è raggiunto l'accordo - conclude Scalas - calpestando i diritti sacrosanti di Assemini come di Uta nonostante in termini di territorio non siano secondi a nessuno di quelli che sono invece presenti».
GIAN LUIGI PALA

12/11/2008