Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

A Carnevale l’omofobia non vale

Fonte: Sardegna Quotidiano
14 febbraio 2013

Il caso

 

PIAZZA DEL CARMINE

Dal palco insulti contro il sindaco Zedda: «Ha tolto i soldi alla nostra festa per darli al gay pride». Rabbia dell’Arc, si dissociano tutte le associazioni degli organizzatori

Come rovinare il Carnevale. Gli insulti (in cagliaritano stretto contro gli omosessuali) rivolti al sindaco Massimo Zedda e agli organizzatori del gay pride cittadino, urlati dal palco di Piazza del Carmine nella serata del martedì grasso, è l’ultima nota stonata di un’edizione carnevalesca sottotono per Cagliari. Lo stop a sfilate con carri allegorici e tamburi in giro per il centro storico ha deluso tanti appassionati: qualcuno non deve aver digerito i cambiamenti, tanto da prendere il microfono e “arringare ” i circa trecento presenti con gli epiteti di cui sopra, prima che gli organizzatori spegnessero l’impianto audio. Ma ormai il danno era fatto. La serata prevedeva tre eventi: prima il Carnevale dei bambini, poi dalle 18 la classica ratantira e a seguire il ballo in maschera, con tanto di musica live. Secondo i testimoni, verso le 19.15, durante la prova volumi della band, due individui mascherati sono saliti sul palco e, approfittando del microfono acceso, hanno insultato Zedda, accusandolo di aver destinato i fondi solitamente riservati al Carnevale al gay pride svoltosi in città lo scorso giugno. «Allusioni da censurare – dichiara Carlo Cotza dell’Arc, l’associazione che difende i diritti della comunità omosessuale e organizzatrice del gay pride – il pride è stato totalmente autofinanziato, senza contributi comunali ».

Nel comunicato emesso sulla vicenda, l’Arc punta il dito contro gli organizzatori del martedì grasso, per lo spettacolo offerto: «Riteniamo inopportuna una polemica di questo genere durante una festa di carnevale per bambini. L’omofobia è sempre espressione di ignoranza e violenza, ma in alcuni casi lo è di più». Forte la reazione degli organizzatori, che si sono del tutto dissociati dall’accadu - to, come spiega Ugo Maddaloni, presidente del Dopolavoro Ferroviario: «Si è trattato di parole a vanvera di due esagitati. Purtroppo hanno detto cose irripetibili». Maddaloni, che martedì coordinava la serata, dà la sua versione: «Bisognava mantenere la calma: nonostante una ventina di volontari per il servizio d’ordine, abbiamo preferito evitare che la situazione degenerasse ». L’accusa di omofobia è infamante, perciò Maddaloni la allontana con forza: «Il Dopolavoro Ferroviario si dissocia dalle frasi di quegli individui, esprimendo massima solidarietà agli offesi. Mai avrei permesso di far dire cose simili, anche perché tra coloro che impersonano le ballerine brasiliane alcuni sono omosessuali». Sulla stessa linea Carlo Floris del Villaggio Pescatori: «Mi dissocio personalmente e a nome del villaggio. In trent ’anni di carnevale non abbiamo mai avuto un problema, né con l’am - ministrazione né con la gente». Il dispiacere per vedere il quartiere associato all’omofobia è tanto: «Ormai ho una certa età: è una situazione che mi sta facendo soffrire». Sui responsabili Floris spiega che «mi è stato detto essere ragazzi che si sono aggiunti al nostro gruppo, ma che non ne fanno parte. Non è colpa nostra, ma mi scuso comunque con tutta la cittadinanza e con chi è stato offeso». Francesco Aresu +++++++++