Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

Controlli sugli abusi la Procura va avanti

Fonte: Sardegna Quotidiano
13 febbraio 2013

DAL PALAZZO

 

Il decreto “salva baretti” rischia di non essere uno scudo adeguato per salvare i gestori e i chioschi del Poetto, almeno sotto il profilo penale. Di certo il documento firmato ieri dal presidente Ugo Cappellacci e dall’assesso - re all’Urbanistica Nicolò Rassu, non fermerà i controlli già avviati per accertate le eventuali irregolarità commesse sulla spiaggia, sulle quali la magistratura mostra massima attenzione.

I RILIEVI SULLA SPIAGGIA Toccherà alla polizia municipale e alla guardia costiera registrare gli eventuali illeciti commessi da chi avrebbe dovuto smontare i baretti entro il 31 ottobre. Rilievi che non tarderanno a finire in procura che - nonostante recenti interpretazioni, proposte di legge e decreti - sulla vicenda non ha mai cambiato orientamento. Ossia: senza il Pul, il piano di utilizzo dei litorali approvato in via definitiva, in inverno le strutture non possono rimanere sull’arenile della città perché secondo la legge devono essere leggere e provvisorie. E poiché difficilmente un decreto assessoriale potrà scavalcare norme di rango superiore, è facile ipotizzare una non lontana inchiesta bis sul Poetto. Se all’arrivo della notizia di reato, qualcuno dei gestori verrà iscritto nel registi degli indagati, le conseguenze potrebbero pesanti perché a rischio c’è la concessione demaniale che puó decadere in caso di abusi.

LE RICHIESTE DI CONDANNA Mentre sull’arenile si scontra la politica - con il Comune che ritiene di avere le mani legate (e adesso prende tempo sul decreto rassu) e non poter salvare i chioschi, e la Regione che sostiene il contrario mentre da ogni parte arrivano proposte e interpretazioni che inaspriscono la battaglia - si avvia verso la conclusione il processo che vede alla sbarra i gestori di 17 baretti, per i quali il pm Gaetano Porcu ha sollecitato la condanna, accusandoli a vario titolo, di violazione delle norme urbanistiche e ambientali oltre che di occupazione illegale di suolo pubblico. E proprio l’i n c h i esta aveva fatto da pungolo agli accertamenti del Comune che nel 2009 aveva fatto partire l’ordine di demolizione per i chioschi, rimasti in piedi in attesa che l’imminente Pul venisse approvato. Ma il piano si arenó e la questione tornó a galla in piena campagna elettorale. Così l’ex sindaco Emilio Floris, oggi candidato al Senato come capolista per il Pdl, cercó di fermare le ruspe con delle ordinanze firmate a fine mandato che gli sono costate le accuse di falso e abuso d’ufficio. Maddalena Brunetti