Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Buio e buche, il Corso è in agonia

Fonte: L'Unione Sarda
11 febbraio 2013


STAMPACE. Al palo i progetti di valorizzazione annunciati dal Comune, protesta dei commercianti

«In via Roma non ci ascoltano». E gli artigiani continuano a chiudere
Tanti buoni propositi, di azioni concrete ancora nessuna. L'amministrazione parla di valorizzazione del corso Vittorio Emanuele, ma la strada principale di Stampace non riesce a risorgere. Passano i mesi, i progetti si sommano, commercianti e residenti aspettano. «Gli assessori continuano a farci tante promesse, ma sino a oggi sono rimaste solo parole», polemizza Andrea Loviselli, abitante del quartiere.
STRADA AL BUIO «Da quando hanno sostituito le vecchie lampade con quelle a risparmio energetico viviamo al buio. L'illuminazione è insufficiente», spiega. «Il Comune da agosto ci ripete che sta monitorando l'intensità e nessuno interviene». Nel mirino finisce anche la pavimentazione. Giorgio Pisano, presidente del comitato Stampace e dintorni, è rassegnato: «Hanno rattoppato le buche della strada, ma ci è stato detto chiaramente che non sarà riasfaltata».
GUERRA TRA POVERI Colpa della crisi, le risorse son poche, Palazzo Bacaredda ha a disposizione 800 mila euro per il manto stradale di tutta Cagliari, il Corso rimane fuori. La rabbia prende il sopravvento: «È una vergogna, già i fondi sono ridicoli, per di più vengono usati tutti per sistemare Sant'Elia». In attesa dei fatti: «Paghiamo gli anni di trascuratezza della precedente Giunta. Questa amministrazione ci ascolta, ma per il momento non ha ancora fatto niente, aspettiamo fiduciosi azioni concrete». Elisabetta Bolla, commerciante, protesta: «All'ingresso di via Porto Scalas c'è ancora il cartello della Ztl notturna». Dal primo settembre, dopo l'esperimento dei due mesi estivi, non è più in vigore. «È lì da allora, non si sono nemmeno degnato di coprirlo. Il Comune ci trascura». Nel frattempo è andata a vuoto l'asta bandita dall'amministrazione per trovare un acquirente per il Castello Sorcesco, il vecchio rudere a metà del corso Vittorio Emanuele. E i residenti continuano a storcere il naso: «Gli assessori parlano di valorizzazione di Stampace, in una città civile non può esserci un obbrobrio così, ricettacolo di topi e malattie», accusa Bolla.
COMMERCIO FERMO Intanto il quartiere perde pezzi. I vecchi artigiani continuano ad abbassare le serrande. Di fabbri, calzolai, falegnami e sarti quasi non c'è più traccia. Al servizio dei castellani sino al dopoguerra, lasciano spazio a negozi asiatici e kebab.
Sara Marci