Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

SETTANT ’ANNI FA A CAGLIARI CON LE BOMBE

Fonte: Sardegna Quotidiano
5 febbraio 2013

MEMORIE

 

di AGRICOLA

Nel settantesimo anniversario dei bombardamenti del 1943 Cagliari si prepara a ricordare quei momenti di dolore. Ci saranno conferenze, proiezioni di filmati d’epoca, vecchie foto con macerie, morti allineati e Sant ’Efisio che si avvia a Nora su un camioncino scalcinato in quello scenario di tragedia. Anche io considero doveroso non dimenticare quanto è successo e mi piacerebbe che stavolta nessun commentatore ripetesse l’errore di dire che a bombardare è stata l’aviazione alleata. No, a massacrarci sono stati gli anglo - americani che non erano alleati ma nemici spietati. Alleati lo sono diventati in seguito, dopo l’otto Settembre. Come sopravissuto ho sentito il dovere di dare una mano a coltivare la memoria e, quindi, ho portato a spasso un nipotino sui luoghi emblematici: le scuole elementari di piazza Garibaldi e di via Crispi, il bastione di San Remy, Sant’Anna e via Sardegna dove sorgeva la casa di famiglia, buttata giù dalle stesse bombe che hanno raso al suolo la chiesa di Santa Lucia. Il ragazzino mi ascoltava raccontare e quando gli ho detto che ci siamo dovuti inventare un nuovo cimitero per accogliere tutti quei morti ho avuto la sensazione che mi guardasse incredulo, come si fa con i nonni che la sparano grossa. Ho dovuto portarlo sotto il palazzo del consiglio regionale, in via Roma, dove una lapide appesa al muro ha confermato le mie testimonianze. Al ragazzino, però, ho taciuto qualcosa: non gli ho detto che gli anglo - americani ci hanno massacrato perché volevano convincere i tedeschi che per invadere l’Italia avrebbero cominciato dalla Sardegna anziché dalla Sicilia. Alcuni strateghi dinanzi a una carta geografica hanno sacrificato migliaia di vite umane per convincere i crucchi a non spostare truppe dalla nostra isola; insomma ci hanno usato come si fa giocando a scacchi, quando sacrifichi i pedoni per tentare di vincere la partita. Non ho detto queste cose al ragazzino perché vorrei ci arrivasse per gradi a capire quanto sono stupidi e cinici gli uomini, alle volte.