Consiglio comunale
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Il consiglio d'amministrazione avrà «non più di 3 membri», a differenza del passato in cui si poteva arrivare fino a 13, e 2 di loro dovranno essere dipendenti comunali, che avranno «l'obbligo di riversare i relativi compensi assembleari all'amministrazione e alla società di appartenenza». Sono alcune delle novità introdotte dal nuovo statuto della società ippica, che da Spa diventa Srl. Ieri il Consiglio - 25 sì e 11 astenuti - ha dato il via libera alla trasformazione e a un ordine del giorno sulla struttura del Poetto. Nel presentare il documento, l'assessore al Bilancio Gabor Pinna (ha anche annunciato il termine della procedura di liquidazione di un'altra partecipata, l'Ask) ha ricordato come il vecchio statuto non rispettasse la legge «che prevede massimo 5 consiglieri d'amministrazione» e ha posto dubbi sul ruolo futuro del Municipio nella Srl: «La Corte dei conti si è espressa chiaramente», e in maniera non positiva, «su una partecipazione del Comune di Ozieri nell'ippodromo di Chilivani».
Discorso proseguito poi dal presidente della commissione Bilancio Claudio Cugusi (Pd): «O viene dimostrata la strategicità di questa quota azionaria, o deve essere dismessa come dicono anche i nostri revisori dei conti». Il Pdl non ha risparmiato critiche alla delibera: sia Giuseppe Farris che Anselmo Piras hanno chiesto polemicamente a Giunta e sindaco quali siano «le intenzioni per l'ippodromo» e sottolineato la mancanza di un piano industriale. L'assessore Pinna ha risposto ricordando i «550mila euro» di rosso nell'ultimo triennio. Sergio Mascia (Sel) ha lanciato ombre sul passato recente della struttura che aveva «più consiglieri d'amministrazione che cavalli». Approvato anche un ordine del giorno della maggioranza (28 sì e 4 astenuti) che chiede un piano industriale e un'analisi delle condizioni della società.
In apertura di seduta si è discussa l'interrogazione di Stefano Schirru (Pdl) sulla chiusura della classe riservata ai disabili nella Scuola civica di musica. Il sindaco Massimo Zedda si è mostrato invece stupito di come la soppressione «sia arrivata così in ritardo, visto che lo impone la legge, per evitare la formazione di ghetti per i diversamente abili». Per Schirru, la classe sarebbe necessaria «perché lo chiedono le famiglie: l'apprendimento richiede più tempo». (m.r.)