Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Via Baylle, vergogna a 4 piani

Fonte: L'Unione Sarda
14 gennaio 2013


MARINA. Lo stabile è comunale: il primo elaborato risale al 1987, l'ultimo al 2007
 

In 25 anni commissionati (e pagati) due progetti di restauro
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Venticinque anni sprecati. Se il vecchio stabile comunale di via Baylle angolo via del Mercato Vecchio è ridotto a un monumento al degrado che fa storcere il naso ai turisti, la colpa è della burocrazia. Una mala burocrazia che si trascina da un quarto di secolo e che ha reso vano ogni tentativo di restituire decoro a uno degli angoli più suggestivi del centro.
IL WWF Risalgono al 1987, infatti, i primi due progetti di ristrutturazione dell'edificio, ormai disabitato ma sede in passato di associazioni importanti come il Wwf. Il progetto era stato predisposto all'epoca da un docente universitario cagliaritano per restituire dignità architettonica a via del Mercato Vecchio, riallineando l'edificio all'attigua banca dopo che negli anni 50 la demolizione del vecchio mercato aveva dato origine a uno slargo antiestetico.
OCCASIONI La Giunta De Magistris non diede però corpo al progetto. Nel 2007 si ripresentò l'occasione buona, ma il Comune bocciò un nuovo progetto, il terzo, definendolo «non conforme». Risultato: il palazzone resta un rudere abbandonato e infestato dai topi. Una situazione di pericolo che impedisce al ristorante antistante di posizionare tavolini all'aperto.
La storia completa la racconta però l'ingegner Francesco Colamatteo, 67 anni, docente di architettura, in pensione da novembre. «Nel 1987», ricorda carte alla mano, «ricevetti l'incarico dal Comune di predisporre due progetti alternativi, uno dei quali (prevedeva la demolizione e la ricostruzione) venne approvato anche dalla Soprintendenza». Nel 1988 arrivò il via libera dalle commissioni comunali e dalla Regione. Nel '91 anche il Consiglio diede l'assenso. Perché allora i lavori non cominciarono? «Il Comitato circoscrizionale di controllo bloccò tutto, evidenziando la necessità di un “Piano di recupero”. Piano che predisposi io stesso, gratuitamente, insieme al progetto definitivo».
LO STOP Ma i lavori non partirono ugualmente. Si arriva così al 1997, anno in cui il Comune si dotò del Piano quadro del centro storico, che stabilì nuovi vincoli, rendendo impraticabile quel progetto. Poi dieci anni di silenzio, durante i quali Colamatteo ha aperto un contenzioso con il Comune per la parcella mai pagata. «Nel 2007 l'accordo. Un nuovo progetto mi fu affidato per porre fine alla vicenda». Tutto risolto? «Neanche per sogno. Il Comune ha bocciato, per ragioni a mio avviso pretestuose, il mio terzo progetto».
Dopo 25 anni, insomma, il lieto fine è ancora lontano. Il rudere resta rudere e Colamatteo sta pensando di riaprire il contenzioso. «Non vorrei però», conclude, «che per arrivare a sentenza ci passino altri 25 anni».
Paolo Loche