Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Musica, veleni sui contratti

Fonte: L'Unione Sarda
28 dicembre 2012


SCUOLA CIVICA. Interrogazione in Consiglio: e si scatenano le polemiche

Il Comune contesta le posizioni della direzione

Note stonate alla Scuola civica di musica, il Comune dichiara irregolari e invalidi i contratti di cinque collaboratori (voluti dalla passata gestione dell'Ente) ma soprattutto quelli del direttore artistico Luigi Puddu e del vicedirettore Giorgio Baggiani e subito la vicenda finisce con toni polemici sui banchi del Consiglio comunale con un'interrogazione in cui il consigliere Paolo Casu (Democrazia e solidarietà) definisce la decisione «un atto inopportuno, nei tempi e nei contenuti» nonché anomalo «nella firma». Casu contesta che a siglare l'atto sia stato il direttore generale Cristina Mancini e non il presidente del Cda Paolo Zucca. Interrogazione a cui ha fatto seguito, ieri sera, un comunicato dell'amministrazione in cui si rispediscono al mittente dubbi e accuse.
I FATTI «La lettera sulle irregolarità fa riferimento a un parere legale che il Consiglio d'amministrazione della Scuola aveva richiesto», spiega il consigliere di minoranza Paolo Casu, «le lettere però non sono state firmate dal Cda ma dal Direttore generale Mancini». Un'altra questione, secondo Casu, sono i tempi scelti per la notifica: «Non si può mandare una comunicazione di questo tenore il 24 dicembre», dice il consigliere, «occorre sempre porre gli interessi dei cittadini e dei lavoratori davanti a tutto e a tutti». Secondo il consigliere, dunque, il futuro dell'attività della struttura non è chiaro dal momento che «non sappiamo se ci sia un piano alternativo per il personale o se stiamo lasciando una scatola vuota». Con l'interrogazione urgente la questione verrà discussa dal Consiglio comunale «troppo spesso all'oscuro delle decisioni».
IL CDA Il presidente del Consiglio d'amministrazione Paolo Zucca sull'argomento è chiaro: «Non sono venuto a conoscenza della comunicazione in via ufficiale né ne conosco l'esatto contenuto». Sull'assenza della sua firma sull'atto, inoltre, precisa: «Sono contratti Co.co.co. stipulati dall'allora direttore amministrativo della Scuola che, a norma di regolamento, è individuato in un funzionario dirigente dell'amministrazione comunale. Il vecchio Cda aveva deliberato di contrattualizzare il personale ma tutti i contratti portano la firma del direttore amministrativo». Dopo la nomina alla guida del Cda, Zucca si è concentrato, come spiega, «sui contratti in essere sui quali c'erano perplessità. Ci siamo affidati a un esperto e, ricevuta la relazione, l'ho immediatamente trasmessa al direttore generale del Comune, per gli adempimenti di competenza».
IL COMUNE Sulla questione l'amministrazione comunale, tempestivamente, attraverso un comunicato, ha voluto ripercorrere tutte le tappe della vicenda al centro della polemica. «A maggio del 2012 il Cda manda una relazione riservata, al direttore generale, sulla situazione dei contratti dei dipendenti della Scuola, nella quale si esprimevano forti perplessità sulla legittimità di alcuni contratti», spiega la nota. «Perplessità espressa anche dalla Corte dei Conti che richiede al direttore generale la documentazione relativa ai contratti stipulati all'interno della Scuola nel corso degli anni. A luglio viene chiesto un parere all'Avvocatura che, oberata di lavoro, non può relazionare nei tempi richiesti. Il Cda, però, si rivolge a un professionista esterno che, il 3 dicembre, trasmette il parere che sancisce la radicale invalidità dei contratti del direttore artistico e del vicedirettore e la presenza di irregolarità anche nei contratti degli altri collaboratori. Dopo la comunicazione da parte del Cda al direttore generale, il 19 dicembre il Comune invia i provvedimenti con cui si comunica agli interessati l'invalidità dei contratti, così come stabilito dal parere legale. Agli altri cinque collaboratori viene data comunicazione delle irregolarità riscontrate. Se queste fossero confermate si potrebbe pervenire all'impossibilità di proseguire il loro rapporto di lavoro».
Matteo Sau