Rassegna Stampa

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La guerra di Natale tra Cappellacci e Zedda. Tornano i tempi di Soru e Floris

Fonte: web cagliaripad.it
27 dicembre 2012


Cagliari
24 Dicembre 2012 ore 13:54

Su Baretti e Lirico, presidente della Regione e sindaco del capoluogo ai ferri corti. Botta e risposta sul caos dei chioschetti e poi la minaccia di ritiro dei fondi al Teatro per la nomina della Crivellenti. Conflitti come all’epoca del Betile e di Tuvixeddu
Ennio Neri,
e.neri@cagliaripad.it
 

 

Altro che messaggi d’auguri. Alla vigilia delle festività natalizie tra Cappellacci e Zedda è scoppiata la guerra. Baretti del Poetto e Teatro Lirico i terreni di scontro. Scambi d’accuse sulle responsabilità per il caos in spiaggia e l’artiglieria pesante minacciata in caso di conferma della Crivellenti alla sovrintendenza di via Sant’Alenixedda. E la città rivive i giorni delle schermaglie tra Soru e Floris e i veti incrociati che paralizzarono la città.

Soru e Floris. Tra i due il feeling nacque con l’ok della Regione all’ospedale Marino e sbocciò nell’accordo di programma che portava nel capoluogo oltre 200 milioni di euro di investimenti per realizzare il museo Betile, il campus universitario in viale La Playa e la riqualificazione del Borgo Nuovo di Sant’Elia. Ma Floris (secondo alcuni per l’ostilità di Soru al progetto di Coimpresa a Tuvixeddu) si rimangiò la firma sull’accordo, mandandolo in fumo e poco dopo dichiarò guerra al progetto della metroleggera in città ( no fermo sul tratto piazza Matteotti-piazza Repubblica e le altre linee urbane), dichiarandosi invece favorevole alla costosissima (oltre 500 milioni di euro) underground.

E, a ruoli invertiti, chi vide la manina della Regione dietro gli stop al progetto delle scale mobili e dei tapis roulant sotto le mura di Castello e alla demolizione e ricostruzione di palazzo Aymerich. All’epoca, Cappellacci e Zedda, si trovavano in consiglio comunale: il primo come assessore al Bilancio di Floris e il secondo in aula all’opposizione. Oggi ricoprono ruoli istituzionali di primo piano. Ma la battaglia continua.

Baretti. Il pul è stato approvato, ma per l’adozione definitiva va spedito in Regione per un nuovo passaggio burocratico, per il quale serviranno mesi di tempo. Così, col pul non ancora a regime, l’autorizzazione paesaggistica per i baretti scade e gli uffici del Comune (sulla base delle norme vigenti) impongono la demolizione dei chioschetti in spiaggia, tra le proteste furibonde degli operatori. Cappellacci interviene il 20 dicembre e spiega che “la rimozione sarebbe un grave danno”, non solo per imprenditori, cagliaritani e turisti, ma anche per il bene ambientale”, dichiarandosi “disponibile a valutare ogni possibile soluzione condivisa, che permetta di evitare una situazione paradossale e dannosa”. Gli risponde Zedda che chiede al presidente un incontro sulla questione dei baretti per avere “la soluzione tecnica idonea, legittima e legale individuata per superare questa fase in attesa dell'approvazione del Pul”, precisando che il pul “è sul tavolo dell'assessorato regionale all'Urbanistica”.

Ricorda il lavoro svolto in un anno e mezzo “per superare tutte le questioni mai risolte dalle amministrazioni precedenti”, accusando indirettamente Cappellacci. Che, attraverso il portavoce Alessandro Serra, replica, contesta i “toni da duello” del sindaco che rievocano “sterili contrapposizioni” del passato tra Regione e Comune. E poi solleva un dubbio: ma il pul è arrivato davvero in Regione? Interviene l’assessore regionale all’Urbanistica Rassu e nega che il pul si arrivato in assessorato. Cappellacci a questo punto prende carta e penna e scrive una lettera a Zedda e gli indica la soluzione: “Rilascia le autorizzazioni paesaggistiche sulla base delle nuove normative”. Il sindaco gli risponde con una seconda lettera dove giudica “illegittima” la soluzione, anche in virtù dell’indagine della Procura sull’ex sindaco Floris, proprio sui baretti.

Lirico. E’ l’altro fronte di battaglia. Nonostante il no della propria maggioranza in aula, della Regione e dei sindacati (sia del Lirico che delle segreterie regionali), Zedda impone l’1 ottobre Marcella Crivellenti, brillante organizzatrice di eventi teatrali, ma con meno esperienza nella Lirica, come sovrintendente del Teatro. La Crivellenti aveva già lavorato in via Sant’Alenixedda ai tempi di Pietrantonio come direttore della biglietteria, scontrandosi più volte coi lavoratori, prima di lasciare. Zedda, oltretutto, la nomina in via e lo fa dopo aver ignorato 44 curricula, spediti nell’ambito di una manifestazione di interesse. La contrarietà del cda lo costringe a mesi di paralisi, finché il 14 dicembre Cappellacci contesta pubblicamente la nomina, chiedendo “competenza e trasparenza” e minacciando in caso contrario di ritirare i fondi regionali (indispensabili per mandare avanti il Lirico).

Lo stesso giorno si dimette dal cda (come rappresentante della Regione) Felicetto Contu. Il 17 dicembre, mentre Cappellacci sostituisce Contu col proprio fedelissimo Giovanni Follesa, Zedda nomina Corrado Cabras al posto di Baggiani, il sindaco presiede un cda dimezzato (si è dimesso anche il rappresentante del Mibac Oscar Serci). Ma il 20 dicembre il cda, ancora a ranghi ridotti, approva i verbali del 1 e del 15 ottobre (lo racconta con dovizia di particolari il tenore Gianluca Floris nel proprio blog) e ratifica la nomina della Crivellenti. Cappellacci reagisce. E, dopo aver incontrato i sindacati, scrive al Mibac denunciando le “procedure dubbie” che hanno portato la Crivellenti alla sovrintendenza, e, dopo aver rivendicato il ruolo di “maggior azionista del Teatro” chiede al Ministero di verificare la regolarità delle procedure adottate, minacciando di “riconsiderare l’impiego delle risorse” stanziate.