Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Cagliari e la catastrofe

Fonte: L'Unione Sarda
21 dicembre 2012


21.12.2012. Se la profezia Maya si avverasse: dieci pareri semiseri
 

C'è la fine del mondo: cosa salvare e cosa buttare
Se state leggendo questa pagina siete vivi, dunque l'irreparabile non è accaduto. E neppure accadrà nelle prossime ore. La fine del mondo, annunciata per oggi 21 dicembre 2012 da una profezia Maya, non si è verificata. «Slittata o rinviata a data da destinarsi», per dirla burlescamente con il linguaggio del burocratese. Ma se fosse davvero arrivata cosa sarebbe successo alla città di Cagliari? La distruzione di qualcosa: luoghi, ambienti, paesaggi, persone, caratteri. E per qualcuno di questi c'è chi non avrà rimpianti. Oppure il desiderio di preservare qualcos'altro di fondamentale della città. Insomma, il vecchio gioco della torre - cosa salvare, cosa buttare - viene alla mente spontaneamente se si parla di fine del mondo. Ma il gioco può anche avere un lato serio. Così abbiano chiesto a dieci persone importanti che conoscono e vivono a Cagliari di cimentarsi in questa ipotesi fantascientifica, facendo emergere in filigrana uno sguardo critico e anche severo sulla città (e i cagliaritani), sulla sua crescita, sulla trasformazione urbanistica e culturale. I “telegrammi” sono di Andrea Mura (velista), Rosanna Rossi (pittrice), Don Marco Lai (parroco di Sant'Eulalia), Gianluigi Gessa (farmacologo), Massimiliano Medda (attore comico), Maria Del Zompo (direttore del Dipartimento di Scienze Biomediche), Elena Ledda (cantante), Giorgio Todde (medico e scrittore), Marina Calderone (presidente nazionale consulenti del lavoro) e Mariano Delogu (senatore e ex sindaco). Opinioni a ruota libera che servono però a riflettere sul futuro di Cagliari, i suoi bisogni, le sue tante bellezze e le sue altrettante brutture. Casomai arrivasse un'altra profezia, almeno un elenco di propositi è già pronto. E qualora non arrivasse, l'elenco potrebbe servire per cercare di vivere tutti meglio in questa città. ( s.n. )