San Michele
«Noi non ce l'abbiamo con Zedda o con Floris, ma con chiunque si sia rivolto al nostro quartiere per mera propaganda elettorale. Vinto o perso che abbia, dopo non ci ha più messo piede». A San Michele la rabbia dei residenti ha più la forma di una bomba a orologeria e i minuti, questa volta, sembrano davvero contati. «Ci sembra di camminare in un campo minato», esordisce Silvio Pinna, residente in via La Somme, portavoce del comitato di quartiere, «ma le mine, qui, piovono dall'alto».
Il riferimento è alle tegole e ai calcinacci: lungo la principale via Podgora non c'è palazzo che non abbia cornicioni pericolanti e tegole mancanti, cadute a terra e lì rimaste con buona pace dei passanti e dei bambini che fra quelle palazzine giocano e scorrazzano. E poi c'è l'eternit sulla testa dei residenti: vietato da ormai dieci anni, il materiale altamente dannoso persevera a coprire piccole tettoie arrangiate alla bell'e meglio. Infine l'acqua, dai soffitti. «Gli appartamenti agli ultimi piani sono un pianto», commenta Donatella Vacca, anche lei di via La Somme. «La guaina della terrazza è marcia, mi hanno detto i Vigili del Fuoco, così dal mio soffitto piove in continuazione. Dal Comune mi avevano assicurato massima priorità nell'intervento, prima dell'estate. Ad oggi non ho ancora visto nessuno». (m.s.)