Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

I padroni del cemento vogliono il mercato

Fonte: La Nuova Sardegna
5 novembre 2008

MERCOLEDÌ, 05 NOVEMBRE 2008

Pagina 1 - Cagliari


La commissione Commercio contesta le scelte del sindaco



La nuova proposta: subito una fiera dell’agroalimentare

CAGLIARI. C’è aria di scontro politico tra Commissione consiliare permanente Attività Produttive e Sindaco. Terreno del contendere, il mercato ortofrutticolo di viale Monastir. La chiusura sembra un suo destino sicuro dopo che in passato è stato deciso il trasferimento della struttura a Sestu. Emilio Floris va avanti per questa strada, anche se ha prorogato l’uscita dei grossisti fino a giugno 2009. La Commissione non è d’accordo e lo ha ribadito ieri: «Il mercato dell’ortofrutta va difeso».
«Sia pure in un’altra zona della città, una Fiera permanente dell’ortofrutta non salva solamente dalla disperazione 150 famiglie di lavoratori diretti e dell’indotto, ma è utile per calmierare i prezzi di una delle città italiane dove i cartellini di vendita puntano sempre in alto”, è la proposta della Commissione. Un voto del Consiglio comunale probabilmente sarebbe decisivo per dirimere la questione. Un pronunciamento dell’assemblea comunale necessario anche per cominciare a orientare il Puc sulla futura destinazione d’uso dei 10.200 metri quadrati dell’attuale mercato ortofrutticolo.
La Commissione consiliare per le attività produttive è tutt’altro che rassegnata a far morire l’impianto di viale Monastir sotto il peso della modernità e della grandeur della cittadella agroalimentare privata di Sestu, dove si è trasferito il 70 per cento dei grossisti che per quasi mezzo secolo avevano lavorato all’ingresso della città.
«Un anno fa - ha detto ieri Paolo Casu, presidente della Commissione consiliare - una nostra mozione, votata da sei consiglieri su otto e due astenuti, aveva manifestato la volontà diffusa di individuare all’interno della città un’area idonea ad ospitare una sorta di Fiera agroalimentare, che consentirebbe di conservare un prezioso oltre che tradizionale volano economico legato al commercio dei prodotti ortofrutticoli. Un modo per rispondere anche alla vocazione mercantile e commerciale della città». Tutto inutile. C’è un’altra emergenza: quella occupativa. Tra lavoratori diretti e indotto, intorno ai 27 box presenti in viale Monastir ruotano circa 150 famiglie, quasi quattrocento persone. «Se chiude il vecchio mercato», dice un socio della Cooperativa Azzurra che con il Consorzio “Fiera ortofrutta” lo tiene in attività, «finiamo in mezzo alla strada. Non abbiamo 250 mila euro per acquistare un box a Sestu, dove, per altro, al momento, esistono solo due spazi liberi».
«La Giunta - aggiunge Ninni Depau - deve assumersi le proprie responsabilità. Noi riteniamo che la città non può permettersi il lusso e il coraggio di aprire un altro fronte di precarietà sociale mettendo sulla strada 150 persone». Una fiera ortofrutticola ben realizzata - dicono i commissari comunali - non rovina il look urbano, neppure al centro storico: il romano “Campo dei Fiori docet”. «Il vero problema politico - aggiunge Depau - è che non si discute sui problemi della città. Il mercato è un polo economico che merita la riflessione del Consiglio».
«L’unica soluzione - secondo il vice presidente Raimondo Perra - è discutere a bocce ferme. Aprire un tavolo, confrontarsi, riflettere se è opportuno rinunciare a un mercato, l’unico regionale, in attività da 48 anni». (mg)