Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Dietro la casa contesa storie di disperazione e un mercato illegale

Fonte: L'Unione Sarda
3 dicembre 2012


VIA SERUCI. Mini appartamenti
 

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«Casomai ho creato aspettative, ma non ho mai fatto promesse». La replica è del consigliere comunale dell'Udc Gianni Chessa, il riferimento è alle accuse sollevate nei suoi confronti giovedì durante la battaglia a colpi di martello di Silvana Tedde, un'inquilina di via Seruci, quinto piano al civico 5, contro un muro che avrebbe voluto buttare giù per ingrandire la sua casa. A discapito dell'appartamento adiacente assegnato a un'altra donna, Loredana Tassi.
«Gli uffici preposti hanno verificato se la Tassi ha tra i familiari qualcuno in possesso di unità abitative? E si sono anche accertati che le abbiano restituite al Comune?». Sembrerebbe infatti, secondo alcune indiscrezioni dei residenti, che dietro l'occupazione ci sia una vicenda di compravendita di case “in nero”, un'usanza abbastanza diffusa in città.
OCCUPAZIONE ABUSIVA La Tassi, peraltro, occupava da anni abusivamente l'edificio della ex scuola, dalla quale sarebbe andata via per sfuggire alle aggressioni del suo ex compagno. Per questo motivo, pare, era prima in graduatoria: non aveva un posto dove rifugiarsi. E nell'appartamento al piano terra di via Seruci? Ci sarebbero degli altri inquilini, forse a insaputa del Comune stesso.
«RAZZISMO AL CONTRARIO» «L'amministrazione faccia una battaglia per la legalità e venga incontro ai suoi cittadini, non solo ai Rom». Dello stesso avviso Simona Tedde, sorella di Silvana: «Stanno facendo razzismo al contrario: a loro le case e a noi delle topaie». Grandi, si fa per dire, non più di 27 metri quadri, come la casa della Tedde che, accorpata a quella adiacente, raggiungerebbe circa 50 metri quadri: cinque in più della soglia massima consentita nella delibera che lo stesso Chessa presentò a giugno del 2006 durante il suo mandato da assessore al Patrimonio. «Chiederò di poter modificare il documento, ma chi amministra il servizio Alloggi», replica, «farebbe bene a non bloccarsi sui cavilli e si armasse di buon senso per venire incontro alle persone». Strenuo sostenitore dell'accorpamento, «che fin da subito diede buoni risultati sia sociali che di ordine pubblico, ma anche della riqualificazione. E quando non basta, via all'edificazione popolare».
Michela Seu