Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Il parco degli scheletri di ferro

Fonte: L'Unione Sarda
3 dicembre 2012


MONREALE. L'unico grande polmone verde tra le torri di vetro: iniziative anti-degrado
 

Due ettari di sterpi: c'è un progetto ma il Comune tace
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L'effetto-occhiali delle torri di vetro riflette uno spettacolo di degrado e sporcizia: i plinti di cemento armato rovinato da trent'anni di intemperie, tre palazzi lasciati a stato di scheletro. Poi due ettari di sterpi e il grande sotterraneo dei garage terra di conquista di vandali con lo spray e di sporcizia: l'area è privata, i proprietari vorrebbero farne un parco, ma hanno trovato orecchie sorde in Comune. Nel frattempo un gruppo di residenti ha dato vita a un comitato: chiede di mettere la parola fine alla stagione pluriennale dell'abbandono ma teme l'attivismo dei privati.
LA SFIDA Monreale era stato progettato da un imprenditore (Piergiorgio Fanni) come un quartiere modello, il primo realizzato in Sardegna con innovative tipologie costruttive. Una sfida imprenditoriale finita nei tribunali dei fallimenti, inabissata in un guazzabuglio di carta bollata che ha lasciato molte cose a metà. Il parco, innanzitutto e un asilo fermo alle fondamenta.
Qualcosa comunque si muove. Da un mese Pierpaolo Usai ha rimesso mano ai campi da tennis: è il titolare di una società sportiva collaudata (Ulivi e Palme) e ha avuto in gestione gli unici impianti sportivi nell'area che - secondo i progetti iniziali dei costruttori delle torri di vetro - doveva diventare un'area verde attrezzata. In questi giorni ha rimesso a posto le reti ed ora sta montando l'illuminazione che era stata vandalizzata nei corso degli anni. «Stiamo gettando le basi per un circolo sportivo», annuncia: «È un primo passo». Il secondo sarà la realizzazione di un'area attrezzata per i cani che sarà tenuta pulita dai custodi (e per questo motivo i padroni degli animali potranno usufruire di una forma di abbonamento).
PROGETTO L'area abbandonata di Monreale è privata: l'ha acquistata dal fallimento la società austriaca Simposium. Gli immobili li ha ceduti per varie attività (un supermercato, un centro benessere, rivendita di infissi) ma non è mai riuscita a far decollare il parco. «Le idee ci sono, il progetto pure», spiega Antonello Fozzi, rappresentante degli austriaci. «Vorremmo parlare col Comune, ma non siamo mai riusciti a farci ricevere». Porte chiuse sul destino di una zona rimasta per anni in una sorta di limbo. A suo tempo l'amministrazione comunale poteva usufruire di una fase della procedura fallimentare per rientare in possesso del parco. Ma ci ha rinunciato, lasciando campo libero alla vendita all'incanto. I proprietari hanno intenzione di metterci un po' di soldi per realizzarlo. «Abbiamo la possibilità di avere anche altri investitori stranieri». In progetto una piscina (semiscoperta), un parco giochi per i bambini e un centro di attività culturali polivalenti costruito al posto dell'asilo. Un parco, dotato di parcheggi sotterranei, un polmone verde in un quartiere che ne è totalmente privo. «Potrebbe dare almeno 60 posti di lavoro che di questi tempi sono benedetti», conclude Fozzi, annunciando che nei prossimi giorni tornerà alla carica con via Roma.
PRO-MONREALE C'è però un gruppo di cittadini, riuniti sotto la sigla Pro-Monreale, che non vede di buon occhio l'iniziativa privata. In una lettera inviata a sindaco e assessori, Matteo Cordeddu chiede - a nome del neonato comitato - che il Comune intervenga direttamente per il «completamento delle opere: il parco e i parcheggi».
Antonio Martis