La lettera di Depau
Si va dalla cittadinanza onoraria per il Dalai Lama al wi-fi gratuito per tutti i cagliaritani. In mezzo ci sono i documenti di «protesta contro la finanziaria del Governo», oppure le prese di posizione «sul sistema creditizio». In un anno e mezzo il Consiglio ha approvato 75 ordini del giorno e 43 mozioni: 118 atti di indirizzo che solo in rari casi si sono trasformati in delibere di Giunta o determine dei dirigenti. Qualche giorno fa il presidente del Consiglio comunale Ninni Depau ha scritto ai presidenti delle commissioni e all'esecutivo proprio per sottolineare questo aspetto e cercare le contromisure da adottare.
In particolare, Depau, ha ricordato che da tempo si parla di introdurre nel regolamento dell'aula «alcune norme che affidino esplicitamente alle commissioni consiliari la periodica verifica dello stato di attuazione degli atti di indirizzo, attraverso una specifica procedura in grado di definire competenze, tempi certi e responsabilità». Non solo. La lettera sarebbe anche un velato richiamo al Consiglio, che a volte si è concentrato su temi troppo lontani dalle proprie competenze o su progetti difficilmente attuabili.
Nella lista che Depau ha allegato al documento, vengono elencate sia le mozioni che gli ordini del giorno. «A volte si è scesi troppo nello specifico, e questo rende molto difficile portare a termine le indicazioni dell'Aula», spiega il presidente del Consiglio. Ma il fatto che la lettera sia indirizzata anche al sindaco e alla Giunta può farla sembrare un richiamo all'esecutivo, che in tanti casi non ha trasformato in delibera gli atti dei consiglieri. «Nessun richiamo», dice Depau, «solo l'apertura di un confronto». Uno strumento che i presidenti delle commissioni potrebbero utilizzare per far pressione sulla giunta potrebbe essere la richiesta di audizione degli assessori sui temi degli ordini del giorno e delle mozioni rimasti ancora lettera morta. ( m.r. )