Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Applausi per “Su Re” di Columbu

Fonte: La Nuova Sardegna
29 novembre 2012

In concorso a Torino il film del regista di Cagliari sulla Passione di Cristo girato sul Supramonte di Oliena

cinema .+-di Gianni Olla


.Un lungo applauso ha salutato ieri mattina, al termine della proiezione, “Su Re” di Giovanni Columbu, passato in concorso al Torino Film Festival, secondo film italiano in gara in questa trentesima edizione della rassegna, curata anche quest’anno da Gianni Amelio. E a partire da domani, l'ultimo lavoro di Peter Marcias, "Dimmi che destino avrò", prodotto e distribuito da Gian Luca Arcopinto, sarà proiettato nelle sale sarde, per poi essere programmato, da dicembre, nel resto d'Italia. Il film di Marcias è stato presentato in anteprima, lunedì scorso, al Torino Film Festival, nella sezione competitiva "Festa mobile". Anche "Su Re", del resto, è pronto per la distribuzione, con la Sacher di Nanni Moretti. Infine, nei prossimi giorni, un'altra sezione competitiva del festival torinese dedicata al documentario presenterà il film di Giuseppe Casu, "L'amore e la follia". Coprodotto con la Francia, racconta la lunga amicizia di due minatori, Manlio e Silvestro che, nel 1992, assieme ai loro compagni di lavoro, si barricarono per mesi nell'ultima miniera di carbone italiana – San Giovanni, a Nuraxi Figus – per scongiurare la chiusura dei pozzi. Il tema è stato già affrontato da Daniele Segre (Dinamite), e da un altro regista sardo, Piero Lillus, che proprio nel 1992 girò "Abruxia". Ma certo la crisi generale dell'apparato industriale del Sulcis-Iglesiente non può che rendere attuale anche quest'ultima vicenda memoriale ma anche storica.

Visto questo quadro e considerato che l'autunno 2012, da un punto di vista climatico, sembra una primavera, applichiamo il concetto all’ennesima rinascita stagionale del cinema di autori sardi. E ciò nonostante tutte le pessimistiche previsioni legate, ovviamente, alle difficoltà di trovare finanziamenti pubblici e privati. Va infatti segnalato che "Bellas Mariposas" di Salvatore Mereu, presentato a Venezia, è tuttora in programmazione nelle sale sarde e dopo un mese di proiezioni vanta risultati al botteghino di tutto rispetto – è nelle prime posizioni dei film più visti in Sardegna – che fanno ben sperare in un buon successo anche nelle altre città italiane, dove uscirà a fine gennaio.

Inoltre, i quattro titoli citati sono talmente diversi l'uno dall'altro da ipotizzare che la nozione di "cinema sardo" sia finalmente sostituita con "registi sardi". Resterebbero sardi anche se – come ha già fatto appunto Peter Marcias – girassero e ambientassero le loro opere in realtà diverse dalla Sardegna. In ogni caso, "Dimmi che destino avrò" è quasi interamente ambientato a Cagliari, ed è il secondo lungometraggio, dopo "I bambini della mia vita", che il regista cagliaritano ha girato nella sua città natale.

"Dimmi che destino avrò" racconta la vicenda di una ragazza rom, Alina, che da anni vive a Parigi per lavoro e che rientra nella sua città natale, Cagliari, dove spera di poter cominciare una nuova vita. Scritto assieme al sociologo cagliaritano Gianni Loi – già collaboratore di Marcias per alcuni cortometraggi – è interpretato da una celebre attrice albanese, Luli Bitri, e da Salvatore Cantalupo, attore napoletano che ha recitato in “Gomorra” (era il sarto che tradisce la Camorra per lavorare con i cinesi) e in “Corpo Celeste” di Alice Rohrwacher.

Si sa qualcosa di più sul secondo lungometraggio a soggetto di Giovanni Columbu (il primo, "Arcipelaghi" risale al 2001), sia per la lunghissima gestazione, dovuta anche a problemi economici, sia per alcune presentazioni di "work in progress" che sono poi state utilizzate in un documentario sulla lavorazione prodotto dalla Sede Regionale della Rai.

"Su Re" è un vangelo in sardo, ovvero una sacra rappresentazione che ha, nell'aspro paesaggio isolano, una grande forza comunicativa.; ad esempio, la crocefissione è stata girato nelle cime olianesi che, nel 1965, videro il mancato sacrificio di Isacco diretto dal grande John Huston in "La Bibbia". “Su Re" aspira ad una lettura della vita e soprattutto della Passione di Gesù quasi "atemporale", o comunque collocata, come nel celebre "Il Vangelo secondo Matteo" di Pier Paolo Pasolini, in un mondo non ancora rigidamente codificato dalla storia della civiltà e dell'arte occidentale. Strutturalmente ispirato – la dichiarazione è dello stesso Columbu – al capolavoro di Akira Kurosawa, "Rashomon", in cui quattro testimoni ricordano e drammatizzano lo stesso delitto ogni volta in modo diverso e cadendo in continue contraddizioni, il film potrebbe essere letto come un enigma sulla presenza/assenza del cristianesimo in Sardegna.