Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Premio Porrino: ottimi pianisti, poca Sardegna

Fonte: L'Unione Sarda
22 novembre 2012


Amici della Musica

C'è stato un tempo in cui il Premio Porrino muoveva i suoi passi in un orizzonte limitato, per molti aspetti, dall'insularità. Eppure catalizzava il meglio delle speranze artistiche e musicali di Cagliari e della Sardegna, e ne promuoveva il confronto, vivace e aperto, con i migliori talenti italiani. Trent'anni dopo, il Porrino ha allargato i suoi orizzonti. Oggi è il XXI Concorso internazionale di esecuzione pianistica “Ennio Porrino”, fiore all'occhiello della programmazione artistica degli Amici della musica, ma ha finito per escludere ogni confronto con la realtà musicale locale. Dopo aver tenuto a battesimo talenti nostrani, non parla più italiano, né tanto meno sardo, e si dimostra spazio di elezione per pianisti dell'est europeo o del lontano oriente. Tanto che, per come si è sviluppato negli ultimi anni (in questa edizione ha partecipato un solo italiano su 30 concorrenti), potrebbe essere ospitato ovunque nel mondo.
La serata conclusiva dell'edizione 2012, sabato sera nel Teatro Comunale, testimonia, con il concerto dei finalisti, una crescita importante, grazie a un livello tecnico di rilievo e alla definitiva internazionalizzazione della manifestazione. A essere valorizzata è però soprattutto la competenza tecnica anche se, per dirla con le parole di Ferruccio Busoni, «la tecnica non è e non sarà mai l'alfa e l'omega dell'arte pianistica». Eppure questo è il rischio che sta correndo il Premio Porrino: che si lasci prendere la mano dal dover valutare l'aspetto tecnico e metta in ombra l'aspetto emozionale.
È capitato così che sia arrivata in finale - seppure al terzo posto- una pianista come Ye Seul Kim: certo brava nella tecnica ma algida sul piano emotivo. Che in concerto ha finito per annoiare con una esecuzione priva di fremiti, senza differenziazione stilistica tra i diversi autori, che si trattasse di musiche di Chopin così come di Prokofiev. Meglio caratterizzata stilisticamente la prova dell'altro concorrente coreano -secondo classificato- Jinho Moon. I suoi Préludes di Debussy sono privi di nuance, con note tagliate con l'accetta, ma nella Kreisleriana di Schumann si intravede un discorso coerente e appropriato. Decisamente su un altro livello il russo Alexey Sychev - a cui è andato meritatamente il primo premio- che ha affrontato la Sonata n.21, op. 53 in Do maggiore di Beethoven con grintoso virtuosismo, mettendo in evidenza una tecnica robusta e una vocazione funambolica portata alle estreme conseguenze. Un approccio che può far nascere qualche perplessità interpretativa, ma che ha il pregio di accendere l'attenzione. A lui sono andati gli applausi del pubblico, tornato numeroso.
Il Concorso Porrino si dimostra un'iniziativa che fa onore alla Sardegna e che meriterebbe di potersi evolvere, magari con una formula che garantisca l'aspetto qualificante e la dimensione internazionale, ma che sia ripensata in funzione di una più ampia partecipazione locale, salvaguardando l'identità di un premio che sembra aver perso ogni ancoraggio con la realtà isolana.
Greca Piras