Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Pronti a chiudere i Municipi»

Fonte: L'Unione Sarda
21 novembre 2012


Dimissioni di massa consegnate con una lettera al rappresentante del governo

Strozzati da tagli e Patto di stabilità: sindaci in piazza

Non erano operai cassintegrati, i manifestanti che ieri hanno invaso Cagliari. Ma, come loro, erano disperati. E l'hanno gridato sotto la statua dell'Immacolata, insieme, in piazza del Carmine. Quasi a recitare una preghiera propiziatoria, per non lasciare nulla di intentato: «I Comuni stanno morendo per colpa dei tagli e del Patto di stabilità».
LA PROTESTA Erano sindaci, circa trecento, e sono arrivati da tutta l'Isola per consegnare la lettera di dimissioni al rappresentante del governo, Giovanni Battista Tuveri , che ha annunciato un tavolo di confronto con tutti i prefetti sardi. «Se entro un mese non avremo risposte chiuderemo i Municipi, il primo presidio democratico dello Stato», ha detto Cristiano Erriu , presidente dell'Anci, prima che i sindaci venissero ricevuti, in Consiglio regionale, dalla presidente Claudia Lombardo , secondo atto di una mattinata di lotta che non trova precedenti negli annales dell'Autonomia.
LA SITUAZIONE Protestano, i sindaci delle grandi città. Da Gianfranco Ganau (Sassari) che stima «in 6,3 milioni la riduzione dei trasferimenti per l'anno prossimo». Al padrone di casa, Massimo Zedda , che ricorda come «a Cagliari, tra Patto e tagli, mancano all'appello 350 milioni e sono a rischio i servizi al cittadino». Da Oristano Guido Tendas ricorda anche «le anticipazioni per opere a carico della Regione: noi abbiamo due milioni di crediti, chissà quando li rivedremo». Mauro Contini (Quartu) rimarca: «La Regione non ci ha ancora trasferito il fondo unico». E poi: «I Comuni sono costretti ad aumentare le imposte: anche per questo tutto il malessere sociale grava su di noi». E, per dirla con le parole di Beniamino Scarpa (Porto Torres), «la conseguenza è che siamo isolati dentro le nostre comunità». Logica conseguenza - per Gianfranco Cappai (Selargius) - di un Patto di stabilità «i cui vincoli si ripercuotono sulle imprese». Snocciola dati il direttore dell'Anci, Umberto Oppus : «Nel 2008 ai Comuni italiani sono stati dati 17 miliardi. Quest'anno appena 7. In Sardegna i tagli sono doppi: c'è quello ordinario, di circa 650 milioni, più un altro derivante dal fondo di perequazione per le Regioni a statuto speciale, intorno a 180 milioni. In tutto fa circa 800 milioni in meno ai Comuni sardi, e significa che il trasferimento erariale è ridotto della metà». Non basta: «Oltre ai tagli c'è l'Imu su cui, a fronte di entrate presunte, lo Stato effettua tagli certi. Senza dimenticare che il Patto di stabilità ucciderà piccoli centri».
L'ANCI In mattinata i sindaci hanno raggiunto in corteo, preceduti dai gonfaloni, il Consiglio regionale. Una volta in via Roma hanno obiettato sul fatto che solo una delegazione sarebbe stata ricevuta. C'era il sindaco di Nuoro, Sandro Bianchi , tra i primi a non approvare «un atteggiamento che continua ad allontanare dal Palazzo i cittadini». In serata, nel suo profilo Facebook, se la prenderà con i suoi colleghi del Nuorese che hanno disertato la manifestazione. Gianni Argiolas , sindaco di Monserrato, ha tuonato: «Vogliamo entrare tutti». A mezzogiorno la risposta: «Accomodatevi in Aula». Ed è lì che Erriu ha illustrato la situazione: «I Comuni stanno diventando i veri finanziatori del debito pubblico mentre si assiste alla tentazione di scaricare sugli enti locali le responsabilità a livello gestionale». Da qui la richiesta d'aiuto a Claudia Lombardo: «Non possiamo continuare a mettere la faccia su una situazione che ha responsabilità ben più altolocate, rischiando anche attentati. Ma non vogliamo creare allarmismi né rinunciare al diritto-dovere di amministrare: la nostra non è una resa ma una presa d'atto di una deriva neo-centralista».
LOMBARDO Quindi è intervenuta la Lombardo, rivolgendosi al Governo: «Ben vengano le visite dei ministri nei singoli territori», ha detto, «ma non deve essere un modo per eludere quella che per noi è una richiesta irrinunciabile e cioè l'apertura di un tavolo nazionale per discutere di tutti gli argomenti prioritari. Al primo punto, c'è la rivisitazione dei parametri fissati dal Patto di stabilità senza cui le nuove entrate, riconosciute alla Sardegna per effetto del novellato articolo 8 dello Statuto, sarebbero un'autentica beffa». Quindi una stoccata sull'esercizio provvisorio: «È un danno per tutta l'economia». Sono poi intervenuti i capigruppo di Pdl, Pietro Pittalis , e Pd, Giampaolo Diana . Diana si è appellato alla maggioranza: «Quando sarà discussa la Finanziaria sia rimpinguato il fondo unico per gli enti locali».
ALTRE REAZIONI In serata sono intervenuti il segretario del Pd Silvio Lai e quello dei Riformatori Michele Cossa . Lai ha detto che «il Pd nazionale farà la sua parte nella modifica della legge di stabilità» e ha attaccato il centrodestra sardo: «È una maggioranza che ha fallito e non può più dare risposte». Quindi l'appello di Cossa: «Per colpa dei ritardi nei pagamenti le piccole e medie imprese sono allo stremo. La Regione ascolti l'appello delle autonomie locali».
Lorenzo Piras