Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Abusi edilizi, in 500 protestano a Cagliari «No alle demolizioni»

Fonte: La Nuova Sardegna
14 novembre 2012

La protesta dei proprietari delle case a rischio in Ogliastra e a Nuoro: «La legge deve essere approvata subito»

di Stefano Ambu wCAGLIARI

Il pensiero ai loro paesi lungo l'Orientale Sarda, dove le benne delle ruspe cominciano a fare sul serio e a demolire. Lo sguardo rivolto in alto, verso le finestre del Consiglio regionale in via Roma. Con la speranza che un pezzo di carta, cioè una legge, possa salvare tanti mattoni che insieme fanno una casa. Prima casa, non villetta delle vacanze o da dare in affitto, dicono in tanti. Abusiva, ma comunque un tetto, una storia, una vita. C'erano le famiglie in piazza ieri mattina davanti al palazzo dove si decide il destino di tutte quelle abitazioni a rischio: papà, mamme e tanti ragazzi. Molti di loro con i cartelli di protesta al collo. Una scenografia essenziale: due bidoni, quelli usati per impastare il cemento, in mezzo alla strada. Intorno circa cinquecento persone a fare "chiasso" con cori, fischietti e trombe. E a paralizzare il traffico di Cagliari, come sempre accade in occasione delle manifestazioni di piazza. Complessivamente si stimano oltre duemila case abusive tra Nuoro (è il caso del quartiere di Testimonzos) e Ogliastra (in particolare Tertenia, Tortolì e Ilbono) a cui si aggiungono i casi di Olbia. Ma anche l'indifferente capoluogo, e i suoi dintorni, hanno poco da stare allegri: Cagliari ad esempio deve risolvere il problema della case dentro il parco di Molentargius. E Quartu? Quartu c'era. Vecchie statistiche di dieci anni fa la davano al terzo posto nella hit parade del mattone irregolare. E alla elezioni comunali sempre una decina di anni fa si presentò addirittura un movimento, con tanto di candidato sindaco, dichiaratamente pro abusivi. Ieri il combattivo Aldo Argiolas, storico rappresentante dei comitati di Flumini di Quartu, era lì in piazza a ribadire che sbloccare una volta per tutti i quartieri spontanei significa anche dare sviluppo e posti di lavoro. Ma la vera protesta è quella dell'Ogliastra. I cartelli più vistosi sono quelli di Barisardo. Che, giusto per ribadire il concetto, chiede "più sviluppo" e "no ruspe". Gli altri messaggi sono più o meno dello stesso tenore: "No alle demolizioni, sì alle costruzioni", "Dietro il mattone lavorano tutti", "L'Ogliastra ha voglia di costruire, non di demolire". Un cartello recita "la legge non è uguale per tutti". E infatti l'Ogliastra in rivolta, di legge ne chiede un'altra, quella "blocca ruspe" proposta dal consigliere regionale ogliastrino Angelo Stochino (Pdl) e passata a maggioranza in commissione Urbanistica. E che ora deve essere inserita all'ordine del giorno dell'aula. «A Ilbono il problema riguarda circa 400 case – ha spiegato il sindaco Andrea Piroddi – oggi ci sono le ruspe e non riusciamo a ragionare a mente libera. Manca uno strumento legislativo veloce che ci permetta di adeguare i Puc al Piano paesaggistico regionale». Secondo il sindaco di Tertenia, Luciano Loddo, «il problema è la burocrazia regionale che ha tempi lunghissimi che portano ad approvare un Puc in non meno di quattro anni. Ad oggi abbiamo 70 sentenze passate in giudicato e il 50 per cento riguardano prime case». Franco Loi, del Comitato per l'urbanistica a misura d'uomo, rimarca proprio questo: «Molte costruzioni sono prime case: non ci sono ecomostri, ma abitazioni costruite con sacrificio da cittadini che ora se le vedono demolire senza che faccia niente per riqualificare la zona». A fine mattinata il rompete le righe, dopo l'incontro tra una delegazione dei comitati di abusivi e i rappresentanti dei gruppi consiliari, concluso con l'impegno a portare al più presto in Consiglio la proposta di legge anti demolizioni.