Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Alluvione, i dimenticati di Su Staini

Fonte: L'Unione Sarda
4 novembre 2008

Pirri. Il nubifragio del 22 ottobre ha distrutto molte abitazioni. «Da anni segnaliamo che cosa non va, nessuno ci ascolta»

In molte case dai rubinetti ora sgorga il liquido fognario

Un'anziana stava per essere travolta ma è stata soccorsa da un passante quando l'acqua le arrivava ormai alla gola.
L'inferno, agli abitanti del rione Su Staini di Pirri, non si è presentato solo sotto forma di acqua e fango. È risalito attraverso le tubature dei gabinetti e ha trasformato le abitazioni in fogne stagnanti. Dal cielo è arrivata l'acqua, dall'interno delle case è sgorgato il liquame delle condotte fognarie. In via Mara e nelle strade vicine, a due passi da via Italia, la melma non ricopre più pavimenti, letti e mobili ma l'aria resta ancora fetida. Si cerca di tornare alla normalità, ma le esalazioni sono ancora troppo forti, nelle camere c'è ancora troppa desolazione perché ci si possa illudere che la quotidianità sia vicina. Si piange per i danni e si trema quando il cielo diventa minaccioso. E non è certo la prima volta.
«Abbiamo segnalato la nostra situazione chissà quante volte». Sul tavolo di quello che fino a due settimane fa era il soggiorno della sua casa di via Mara Angela Marongiu ha sistemato, bene in vista, una pila di documenti. Uno dei più recenti, indirizzato al sindaco, al presidente della Municipalità di Pirri e ad Abbanoa, datato 24 ottobre 2007, sembrerebbe il testo di una predizione maledetta se non fosse che di profetico, in questo dramma, c'è stato ben poco, nel caso di Su Staini. «I residenti del rione - si legge - stanchi del ripetersi degli allagamenti delle strade e delle loro case misti al liquame che fuoriesce dai tombini delle condotte fognarie ogni qualvolta si verifichino piogge anche a carattere di non eccezionalità, fanno presente che fino a oggi nulla è stato fatto per risolvere i problemi». È accaduto proprio questo, a distanza di un anno: il rione si è trasformato in una fogna a cielo aperto. Il sistema di pompaggio non ha funzionato a dovere e le acque di scarico si sono riversate nella zona. «Qui - racconta Nazareno Pinna, che abita in via Settimo - sono defluite anche le acque putride provenienti dalla Pirri alta». Angela Marongiu mostra altre lettere, alcune risalenti anche al 2002. «È il sistema fognario che non va, lo sappiamo già da tempo. Lo abbiamo vissuto due volte nel 2002, poi ancora tre anni dopo e nel 2006. Non si tratta più di eccezionalità. Si deve intervenire subito». Era orgogliosa Angela, della sua casa, di come l'aveva arredata anche con mobili acquistati di recente. «Ora è tutto da buttare. Dobbiamo comunque ringraziare gli angeli che ci hanno aiutato».
Non sembra più nemmeno un appartamento l'abitazione dell'anziana Elisena Ghironi. Nelle camere da letto non ci sono più nemmeno gli armadi, una parte della vasca da bagno, da dove è fuoriuscito il liquame, è saltata per via della pressione. Nella tragedia, comunque, la consolazione più preziosa: «Stava per essere travolta - racconta la nuora Silvia Savona - ma, grazie al cielo, è stata soccorsa quando l'acqua le arrivava ormai alla gola». In via Sinnai il pittore Gianvittorio Vacca saluta il lavoro di 20 anni. «Duecento quadri, tutti distrutti». Gli psicologi cercano di confortare la gente, l'assessore ai Servizi Sociali Anselmo Piras ascolta le lamentele. In una cucinetta che dà sulla strada, in via Mara, un gruppo di senegalesi sta consumando il pasto caldo appena distribuito a tutti, visto che quasi nessuno, per il momento, può cucinare. Mamadou Nidaye alza le braccia al cielo. «Abbiamo perso tutta la merce. Non possiamo fare altro che appellarci al Signore».
MARIANGELA LAMPIS

04/11/2008