Rassegna Stampa

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Poetto, bordate della Corte dei Conti alla Regione: "Gestione sconcertante"

Fonte: web cagliaripad.it
14 novembre 2012

 


Dalla Corte dei Conti bordate a Regione e comuni di Cagliari e Quartu. Fari puntati sulle concessioni demaniali lungo la spiaggia e i ruderi del lungomare: ex ospedale Marino, Bussola e quello che un tempo era il ristorante Albachiara
Autore: Andrea Deidda

Vecchio ospedale Marino

Ben 750 mila euro. Sono i denari che la Regione avrebbe incassato dalla riqualificazione dell’ex ospedale Marino. Se solo fosse avvenuta. Perché, al contrario, dopo sei anni dal bando di gara per il recupero (predisposto nel 2006 sotto l’allora giunta Soru), il rudere è ancora lì in “uno stato di totale degrado ed abbandono”. A definirlo in questi termini è stato stamane il magistrato della Corte dei Conti, Valeria Motzo, che ha illustrato gli esiti dell’ Indagine di controllo successivo sul sistema delle concessioni demaniali sul litorale del Poetto.

Ad oggi il bando di gara non è stato ancora aggiudicato: c’è un aggiudicazione provvisoria, avvenuta a giugno 2010 a seguito dell’esclusione del primo vincitore e dopo “forti rallentamenti” causati da una scarsa collaborazione tra gli enti interessati: Comune di Cagliari e Regione in primis. Una lentezza evitabile, secondo la Corte, se le istituzioni “fossero state coinvolte nelle scelte regionali preliminarmente alla predisposizione del bando e all'indizione della gara e non successivamente all'aggiudicazione provvisoria”. Ma il tempo si paga, tant’è che dal 2007 al 2011 la Regione ha speso 39.210 euro per la messa in sicurezza dello stabile, dal 2007 al 2010 non ha potuto incassare 209.675 euro dei cosiddetti “sovra-canoni” a carico del concessionario, così come allo Stato non sono entrati 540.509 euro di canoni demaniali.

Sotto la lente d’ingrandimento dei magistrati della Corte sono finite anche le concessioni demaniali marittime e i chioschi del lungomare. Per quanto riguarda le prime non è passato inosservato il ritardo da parte della Regione (si parla di mesi e anni) nel concedere per tempo i rinnovi. Un ritardo che secondo l’amministrazione regionale, come scritto in una nota dello scorso 22 ottobre, “è da imputarsi alla oramai cronica carenza di copertura amministrativa”.

Ma nell’indagine della Sezione di Controllo si parla anche di “illegittimità” nelle procedure della gara indetta nel 2001 per il rinnovo di determinate concessioni e di “grave disparità di trattamento tra i concorrenti idonea a inficiare l’intero procedimento seguito”. I magistrati di via Lo Frasso gettano un’ombra anche sul cosiddetto “sovra-canone” ovvero una sorta di tassa (pagata in base all’ampiezza dell’area demaniale) a carico dei concessionari che alla Regione ha fruttato 181.257 euro nel biennio 2007-2008.

Secondo la relazione, i concessionari potrebbero avere gioco facile a vincere eventuali cause giudiziarie contro Regione e Comune di Cagliari visto che “la Regione non può imporre canoni demaniali e i sovra-canoni non sono stati introdotti attraverso una legge”.


Demolizioni dei baretti. All’esame anche il capitolo riguardante le demolizioni dei chioschi avvenute, a Cagliari, a novembre 2011: serve più trasparenza e imparzialità. E’ stata espressa perplessità sulla demolizione a spese dei concessionari di 13 chioschi, con la conseguente interruzione di qualsiasi attività commerciale per mesi e la successiva ricostruzione, “mentre altri chioschi (Golden Beach e Le Palmette), pur essendo anch'essi caratterizzati da gravi abusi edilizi, hanno proseguito l'attività commerciale per tutto il 2012”.

Inoltre secondo Motzo “ragioni di uniformità di trattamento impongono che alla demolizione delle opere abusive ancora esistenti (riguardanti i chioschi Otium, Oasi, Golden Beach e Le Palmette), faccia seguito la ricostruzione dei nuovi chioschi" in base alle linee guida del Pul.

La situazione non migliora nel litorale quartese. Anche il comune di Quartu Sant’Elena infatti ha il suo rudere, anzi ne ha due: si tratta dello stabile della “Bussola” e dell’ex ristorante Albachiara, accanto al primo. La riqualificazione della Bussola venne prevista nel 2003 tramite una gara pubblica ma solo cinque mesi fa è avvenuta l’aggiudicazione. Una vicenda “sconcertante” durata dieci anni solo “per mettere d'accordo le Amministrazioni competenti (Regione e Comune di Quartu Sant'Elena) su quali fossero le procedure da seguire per la sanatoria delle opere abusive”. Questo scrive, nero su bianco, la Corte dei Conti. Anche in questo caso ci sono conseguenze economiche: tra il 2008 ed il 2009 la conservazione della struttura è costata 48.410 euro, mentre i mancati introiti della Regione per i canoni demaniali sono stati pari a 227.486 euro, senza considerare i sovra-canoni (360 mila euro).

Alla luce del quadro che si è delineato, secondo la Corte dei Conti, sulla gestione dell’ex Ospedale Marino, La Bussola e Albachiara, ci sarebbe spazio per ulteriori valutazioni da compiersi nelle sedi competenti “in cui potranno essere accertate specifiche responsabilità a carico di coloro, funzionari ed amministratori, che tenendo condotte omissive, inspiegabilmente protratte nel tempo, hanno concorso ad arrecare un grave pregiudizio all'Erario”.