Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Poetto, la Corte bacchetta i politici

Fonte: L'Unione Sarda
14 novembre 2012


La relazione della magistratura contabile: dannosa la mancanza di dialogo tra amministrazioni

Ex ospedale Marino: contestato il mancato incasso di 750mila euro

No, non c'è solo l'aspetto paesaggistico, la spiaggia sfregiata dal rudere abbandonato che cade a pezzi: l'ex ospedale Marino è anche il simbolo dei mancati guadagni che la Regione avrebbe potuto incamerare se la riqualificazione fosse stata portata a termine in tempi brevi, o quantomeno ragionevoli. Così non è stato, e dal 2007 a oggi nelle casse sarde sarebbero potuti entrare 750mila euro solo da canoni e sovra-canoni demaniali: soldi che invece ora la sezione di controllo della Corte dei conti contesta agli amministratori, chiamati nell'«adunanza pubblica» di ieri mattina, a incassare le bacchettate della magistratura contabile sulla gestione del Poetto.
LA RELAZIONE Chioschetti, disparità di trattamenti dei concessionari, scarso dialogo tra gli enti locali, tempi biblici - ex Marino e Bussola, a Quartu, sono gli esempi più lampanti - per trovare un accordo: la relazione del consigliere Valeria Motzo è impietosa e fotografa gli ultimi vent'anni di vita della spiaggia.
EX MARINO Nel mirino della Corte, presieduta da Anna Maria Carbone Prosperetti, c'è soprattutto il bando di ristrutturazione dell'ex ospedale Marino, pubblicato nel 2006 e aggiudicato provvisoriamente a maggio 2007. La società vincitrice però si ritirò dopo un calvario fatto di ricorsi al Tar e nuovi vincoli della sovrintendenza. Nel giugno 2010 è arrivata una seconda aggiudicazione. La sezione di controllo per la Sardegna evidenza che «i ritardi nella procedura», si sarebbero potuti evitare «se tutte le amministrazioni interessate, con lo spirito della più ampia collaborazione istituzionale, fossero state coinvolte nelle scelte regionali preliminarmente alla predisposizione del bando e all'indizione della gara, e non successivamente all'aggiudicazione provvisoria». Un richiamo chiaro alle scelte della Regione - all'epoca guidata dalla Giunta Soru - che non coinvolse il Comune nel progetto.
MANCATO GUADAGNO La Corte ha invitato a portare a termine «tutti gli adempimenti che ancora impediscono l'aggiudicazione definitiva e il rilascio della concessione demaniale», per evitare «ulteriori conseguenze pregiudizievoli per l'erario. I magistrati hanno fatto i conti di quanto siano costati i ritardi della classe dirigente: dal 2007 al 2011 la Regione ha speso 39mila euro per «la conservazione e messa in sicurezza» della struttura. Poi avrebbe potuto incassare 540.509 euro di canoni e 209.675 euro di sovra-canoni. Stesso discorso per La Bussola e Albachiara, due strutture del versante quartese del Poetto, abbandonate da anni: la Corte esprime «sconcerto» e lasciano spazio «a ulteriori valutazioni da compiersi nelle sedi competenti in cui potranno essere accertate specifiche responsabilità a carico di funzionari e amministratori che tenendo condotte omissive, inspiegabilmente protratte nel tempo, hanno concorso ad arrecare un grave pregiudizio all'Erario». Anche in questo caso, il Comune di Quartu avrebbe potuto trasformare in fonte di reddito (quasi mezzo milione di euro) quelli che ormai sono solo ruderi.
CHIOSCHETTI Anche la vicenda dei chioschetti, demoliti dopo le indagini della Procura, viene criticata dalla Corte: bisognerebbe evitare che «si verifichino situazioni di disparità di trattamento ai danni di quei concessionari che hanno spontaneamente dato esecuzione agli interventi di demolizione fin dal mese di novembre 2011». La sezione di controllo ha rilevato che alcuni chioschi «pur essendo caratterizzati da gravi abusi edilizi» hanno proseguito le loro attività per tutto il 2012, al contrario dei 13 concessionari che invece hanno demolito e ricostruito. «Deve essere evidenziato che alla demolizione delle opere abusive ancora esistenti faccia seguito la ricostruzione dei nuovi chioschi nel pieno rispetto, come già accaduto per gli altri 13 concessionari, dei criteri stabiliti dal Comune con le Linee guida».
Michele Ruffi


Le risposte degli enti
Zedda conferma
«I chioschetti
saranno chiusi»

Pochi soldi a disposizione per portare a termine i progetti, norme spesso contrastanti tra loro, scarsa collaborazione o incomprensioni con gli altri enti coinvolti nei procedimenti: ecco la difesa degli amministratori di fronte alle osservazioni della Corte dei conti. Ieri in via Lo Frasso sono intervenuti i rappresentanti delle varie istituzioni chiamate in causa dai magistrati contabili. Uno a uno, di fronte ai magistrati schierati, hanno dato la loro versione dei fatti.
IL COMUNE Il sindaco Massimo Zedda ha sottolineato più volte di essere entrato in carica a giugno del 2011 e di aver ereditato la situazione attuale dalle amministrazioni precedenti. Zedda ha colto l'occasione per parlare dei chioschi del Poetto e ribadire: «Il 31 ottobre è scaduta la autorizzazione edilizia. Dagli uffici sono state inviate le comunicazioni che invitano i concessionari allo smontaggio. Anche se, dovendo poi i manufatti essere rimontati a marzo, non è certo il massimo sottoporre la spiaggia a queste continue operazioni». La Corte ha chiesto spiegazioni sulla «stagionalità» obbligatoria per i chioschi: «È dovuta all'assenza del Pul, fino ad ora», ha risposto il sindaco, che ha anche annunciato la prossima assegnazione della gara per la riqualificazione del lungomare Poetto. Per quanto riguarda l'ex ospedale Marino, «il Comune si è limitato a costruire il contenitore urbanistico per realizzare il progetto, che prevede anche la demolizione del pronto soccorso».
GLI ENTI COINVOLTI Oltre al direttore generale dell'assessorato regionale agli Enti locali Marilinda Carta e al direttore dell'Agenzia del demanio Rita Soddu, è intervenuto anche l'assessore all'Urbanistica di Quartu Francesco Caput, delegato dal sindaco Mauro Contini, che ha invece sottolineato le difficoltà trovate dalle amministrazioni: «Non abbiamo risorse per demolire gli abusi», ha risposto alla Corte, che contestava gravi ritardi legati ai lavori della Bussola e di Albachiara. «Da poco abbiamo abbattuto dei chioschi sul litorale e abbiamo speso 50mila euro. Ma reperire quella somma per un Comune come Quartu è diventata un'impresa». ( m.r. )

 


Il caso
Sovra-canone,
i dubbi
di legittimità
dei giudici
I canoni demaniali riscossi nel biennio preso in considerazione della Corte dei conti sfiorano il milione e duecentomila euro: 573.266 euro per il 2007 e 625.680 euro nel 2008. La Regione, per le licenze del Poetto, ha riscosso anche 181mila euro di sovra-canoni, istituiti dalla stessa amministrazione. La magistratura contabile critica anche questa scelta esprimendo «diffuse perplessità» su questi «ulteriori oneri finanziari» a carico dei concessionari. La relazione spiega: «Posto che la Regione Sardegna non è proprietaria dei beni demaniali concessi e, dunque, non può imporre canoni demaniali, e che i sovra-canoni non sono stati introdotti attraverso una norma di legge, la sezione di controllo deve evidenziare il rischio che, a fronte di iniziative giudiziarie assunte dai concessionari, la Regione e le amministrazioni comunali», che riscuotono i canoni dal 2011, «possano essere tenute a restituire i predetti ulteriori oneri riscossi dai concessionari con evidenti gravi riflessi a carico dei relativi bilanci». ( m.r. )