Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Sant'Elia in coma profondo

Fonte: L'Unione Sarda
12 novembre 2012


Sui seggiolini pezzi di calcestruzzo, i parcheggi infestati da fichi e palme selvatiche

Nello stadio che crolla spesi 2,7 milioni in undici anni

Il cancello del parcheggio interno è aperto: nel Centro medico sportivo si continua a lavorare regolarmente, alla faccia delle discussioni sull'agibilità e di tutto il resto. Anche il grande portone di metallo dello stadio, sul lato della Tribuna nord, non è chiuso (il Comune sostiene di non aver le chiavi, lo stesso fa il Cagliari calcio), ma tant'è: basta spingere la maniglia e il Sant'Elia si apre ai visitatori. Le tribune Dalmine non ci sono più e dal tunnel che porta al campo si può ammirare tutto l'impianto sportivo. L'erba è stata tagliata da due-tre giorni al massimo, sulla pista d'atletica (ormai sgretolata) dove fino a qualche mese fa c'erano gli spalti metallici della Curva nord, ecco un tappeto di bottiglie di plastica e erbacce.
NEL CUORE DELLO STADIO Il tour fatto di ruggine e calcinacci inizia nella vecchia Tribuna autorità. Il cordone nero che individuava lo spazio riservato ai Consiglieri comunali c'è ancora, come ci sono ancora i numeri sui seggiolini, mangiati dal sole e dal vento. L'ingresso del bar è coperto dall'intonaco, crollato dal soffitto. I vetri delle porte sono rotti - i cocci sono ancora per terra - e sostituiti da pannelli di compensato. Il silenzio, quasi irreale, viene rotto dai rumori di un paio di operai che stanno smontando i chioschi-bar all'interno dello stadio, sotto le curve.
LA TRIBUNA Al piano di sopra, nella tribuna centrale, tutto sembra in buone condizioni ma in realtà è qui che si è staccato un pezzo (di quasi cinque metri) della tettoia, caduto poi all'esterno dello stadio. Negli spalti laterali e nelle Curve però la musica cambia. Nel primo anello i seggiolini sono coperti da pezzi di calcestruzzo: arrivano dal solaio del piano superiore, dove il cemento armato si è sbriciolato e i ferri sono a vista.
NEI PARCHEGGI Fuori, nei parcheggi, si è formata una piccola giungla spontanea: fichi selvatici e palme - alcune alte anche mezzo metro - sono dappertutto. All'ingresso della tribuna laterale nord c'è sempre il pezzo di tettoia ritrovato dagli ingegneri del Cagliari e del Comune durante il sopralluogo di lunedì scorso. E ancora: la tromba dell'ascensore che portava alla tribuna stampa è diventata il nido di centinaia di passeri e piccioni che fanno da sottofondo alla passeggiata nello stadio.
I LAVORI Nonostante l'aspetto generale sia quello di una struttura abbandonata, il Comune negli ultimi undici anni ha speso 2,7 milioni di euro (questo il conto fatto un anno fa dal consigliere dell'Udc Gianni Chessa) per tenere in vita il Sant'Elia. Più che uno stadio, un pozzo senza fondo. Nel 2001 è arrivato l'impianto Tv a circuito chiuso (144mila euro), nel 2003 si lavora alle nuove recinzioni, serbatoi dell'acqua e tinteggiature (35mila euro) e oltre 524 mila euro per il rifacimento del campo di gioco, impianti elettrici e isolamento di una parte della struttura oltre ad alcune consulenze. L'anno dopo, nel 2004, il Comune ha speso 976 mila euro per sistemare le torri-faro, la ristrutturazione delle gradinate del secondo anello e l'adeguamento dell'impianto antincendio. Nel 2005 il conto si è fermato a 177mila euro (recinzioni, collaudi, potenziamento idranti, manutenzione del gruppo elettrogeno), nel 2006 di nuovo le recinzioni e il calcestruzzo costano 164mila euro. Nel 2007 l'adeguamento (l'ennesimo) dell'impianto antincendio e altri lavori hanno richiesto una spesa di 207 mila euro. Nel 2008 “solo” 18mila euro, per i bagni e, nuovamente, il gruppo elettrogeno. Un'altra batosta nel 2009: 320 mila euro per il solito calcestruzzo che si sgretola. Nel 2011, quasi 200mila euro per gli impianti elettrici, ancora una volta il calcestruzzo, e la ristrutturazione della copertura di legno della tribuna centrale. La stessa che ora sta cadendo a pezzi.
Michele Ruffi

 


Gigi Riva: «Se la struttura è in queste condizioni la colpa è del Cagliari»
«Gli spalti sono sicuri»
Il dirigente del Comune: «Riapriremo l'impianto»
«Il Sant'Elia non ha nessun problema strutturale: se è in cattive condizioni la colpa è di chi non ha fatto la manutenzione ordinaria in tutti questi anni». Secondo Mario Mossa, dirigente del servizio Lavori pubblici del Comune, se lo stadio cade a pezzi la responsabilità è del Cagliari, «cioè del concessionario». Nei prossimi giorni la società rossoblù sarà «convocata per restituire le chiavi dell'impianto», che al momento non sono «nella disponibilità del Municipio».
NESSUN PROBLEMA Mossa comunque non è preoccupato dal pezzo di tettoia caduto nei giorni scorsi: «Non credo che il distacco di un semplice pezzo di lamiera possa mettere apprensione. E poi mi chiedo: è il Comune a dover verificare se quella lastra è fissata bene o è competenza del Cagliari, che ha in carico la manutenzione ordinaria?». Gli uffici diretti da Mossa hanno già ricevuto l'ordine da parte della Giunta di preparare il concorso di idee per la riqualificazione del Sant'Elia.
L'OBIETTIVO Nel frattempo, l'intenzione è quella di riaprire l'impianto: «Faremo tutti i lavori necessari a renderlo utilizzabile per le manifestazioni sportive. Una volta rientrati in possesso delle chiavi, faremo i sopralluoghi del caso. Mi farò supportare dalle ditte che hanno sempre lavorato nello stadio e lo conoscono quanto me». Per avere l'agibilità però bisognerà installare nuove tribune metalliche, come quelle montate e rimosse dalla società rossoblù: «Abbiamo delle tribune di proprietà, quelle dell'Arena spettacoli, poi potremmo noleggiarne altre, se dovessero servire».
IL FUTURO Basterà? «Lo stadio era agibile fino a aprile, non c'è stato nessun motivo per cui non si disputassero più le partite del Cagliari al Sant'Elia. Abbiamo messo in sicurezza Curva nord e distinti. A quanto leggo il Cagliari non ha ancora, a Quartu, la capienza che potevamo garantire noi».
GIGI RIVA Anche Gigi Riva è sulla stessa linea d'onda del Comune: «Se lo stadio è in queste condizioni, la colpa è solo del Cagliari calcio, che ha avuto l'impianto in concessione in questi anni e a mio avviso non ha fatto gli adeguati lavori di manutenzione».
IL CONCORSO DI IDEE Per partorire il concorso internazionale di idee però servirà ancora qualche mese: «Ho ricevuto le indicazioni dell'amministrazione, ma il progetto è in coda insieme agli altri: ce ne sono alcuni più urgenti. Credo però che gli uffici cominceranno presto a lavorarci», spiega Mossa. ( m.r. )