Rassegna Stampa

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“Storie di Famiglia” da Grumberg

Fonte: web cagliaripad.it
9 novembre 2012


La pièce diretta da Jean-Claude Penchenat apre la Stagione del Teatro Stabile di Sardegna al MiniMax di Cagliari
Anna Brotzu
 

Strana materia, il teatro, intrisa di realtà eppure capace di trasfigurarla e mutarla, rappresentandone ideali e proiezioni distopiche, verità sottese o dimenticate, metamorfosi e incubi, perfino il mistero e l'involontaria ironia: tranches de vie racchiuse in una giostra di frammenti e scene, ironiche o drammatiche, inquietanti e grottesche montati come sequenze cinematografiche, per un viaggio nell'opera di Jean-Claude Grumberg compongono le “Storie di Famiglia” in scena al Teatro Massimo di Cagliari per la regia di Jean-Claude Penchenat. Si apre nel segno della drammaturgia contemporanea la Stagione 2012-2013 del Teatro Stabile della Sardegna, con la nuova produzione della storica compagnia isolana, dal gusto assolutamente moderno e squisitamente francese: un ideale viaggio oltralpe, per scoprire analogie e differenze in seno all'Europa, tra il Belpaese e la patria di Molière, con la pièce in cartellone dall'8 al 18 novembre e ancora a gennaio, in un breve trittico dal 12 al 14 impreziosito però dalla presenza dell'autore.

Dopo l'omaggio alla “grande madre” Russia, sarà quindi la Francia, con la sua cultura ma anche le sue contraddizioni a tenere banco sul palco del MiniMax – il Ridotto del Massimo, in un raffinato gioco teatrale che mostra per brevi squarci e illuminazioni, dettagli del costume e trasformazioni della società, filtrate attraverso lo sguardo e la sensibilità dei protagonisti delle “Storie di Famiglia”.

«È sempre una grande responsabilità mettere in scena un autore vivente, soprattutto quando si sa di godere della sua completa fiducia ed è un amico di lunga data» ammette Penchenat, «La responsabilità è ancora più grande quando ci si trova di fronte alla necessità di restituire tutta l’ampiezza e l’universalità della sua opera, in una lingua che non è l’originale. Grumberg non è conosciuto sulle scene italiane». Per favorire l'incontro e la scoperta del teatro di un autore contemporaneo che ha raccontato gli ultimi cinquant'anni o quasi della vita francese, spiega il regista: «Ho scelto di accompagnare il pubblico in una passeggiata attraverso la sua opera, che è anche una passeggiata attraverso il tempo (si addice, questa flanerie a un autore come Grumberg). Si parte da “Michu”, scritto nel 1966, si arriva a “Sua madre”, appena terminato (2012) e non ancora rappresentato in Francia, passando per “Come va?” e “La mamma torna presto, povero orfanello”». Dice ancora Penchenat: «Ho deciso, d'accordo con l'autore, di intitolare questa passeggiata “Storie di famiglia”, e ha scelto di raccontarla in una forma che gli è straordinaria- mente peculiare: quella del testo breve, del flash folgorante. Ho organizzato dunque questo spettacolo in sequenze corte, separate nettamente le une dalle altre, ma che, “riunite”, dovranno rendere l'umorismo incomparabile di colui che si è sempre fatto un punto d’onore di far ridere a dispetto delle vicende tragiche che hanno attraversato la sua vita (suo padre, un sarto ebreo, morì in un campo di deportazione). Per comunicare e far scoprire al pubblico una musica così particolare, è stato necessario lavorare sull’affiatamento degli attori, farli diventare sulla scena come un’unica famiglia. Dovranno essere divertenti, senza derisioni né esagerazioni, ma sempre veri, lucidi e distanti».

Uno spettacolo quindi  piacevole e certo originale, per un excursus fra trame e situazioni diverse e mutevoli da cui affiora uno spaccato a tratti rassicurante, spesso ironico e avolte divertente della Francia di ieri e di oggi, in una carrellata di varia umanità.