Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Un'agonia che non ha fine

Fonte: L'Unione Sarda
9 novembre 2012


L'impianto inaugurato nel 1970 è stato ristrutturato nel 1990 per i Mondiali
 

Nel 2002 il progetto, mai realizzato, di rinnovare la struttura
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Il Sant'Elia nasce nel 1970 e solo vent'anni dopo riceve un importante trattamento di bellezza, grazie ai campionati mondiali del 1990 . Da allora, nessun altro grosso intervento. Sullo sfondo, un accordo contestato e recentemente revocato fra il Comune e il presidente del Cagliari, appena entrato nel paradiso del calcio, che fissava i compiti dell'amministrazione e del privato sulla gestione del Sant'Elia. Non cambia nulla fino al gennaio 2002 , quando il Consiglio comunale approva un documento con cui si impegna a demolire e ricostruire lo stadio, trasformandolo in un «impianto polifunzionale». Quel progetto - è la cronaca di questi giorni a ricordarlo - non è mai decollato. Tanto che nel 2003 il Cagliari, per continuare a giocare al Sant'Elia, è costretto a installare le famose tribune metalliche. Nell'agosto 2010 , il Cagliari propone al Comune di Elmas un accordo per realizzare lo stadio in un terreno vicino all'aeroporto. Il municipio stende un tappeto rosso davanti a Cellino, ma il progetto viene ostacolato dall'Enac e dalla Sogaer, la società che gestisce lo scalo aeroportuale. Nasce uno scontro senza fine: denunce, inchieste della Procura e cause civili e penali. Nell'aprile di quest'anno, con il progetto Elmas congelato ma sempre in piedi, Cellino rompe i rapporti con il sindaco Massimo Zedda, con cui trattava per avviare la ristrutturazione del Sant'Elia. Lo stadio è in condizioni preoccupanti, Cellino si trasferisce per le ultime quattro partite di campionato a Trieste. Maggio 2012 : il Cagliari firma una convenzione con il Comune di Quartu per sfruttare lo stadio di Is Arenas. Il 18 luglio iniziano i lavori. E anche se manca poco, non sono ancora finiti.