a cura di: Ennio Neri
Rivoluzione stabilimenti al Poetto. Non solo baretti. Anche le strutture balneari militari e civili in spiaggia dovranno adeguarsi al pul (piano utilizzo dei litorali). E demolire alcune strutture incongrue, rinaturalizzare alcune aree e ricostruire con materiali a basso impatto ambientale.
il lido
Lo stabilisce il pul. Grazie all'introduzione di un emendamento del consigliere Idv Giovanni Dore, in base al quale all'amministrazione deve "dare un indirizzo perché i titolari degli stabilimenti storici (civili e militari) propongano dei progetti di ristrutturazione e riconversione degli attuali manufatti in cemento - che insistono sull'arenile con grave incremento dei fenomeni di erosione - volti a ridurre le volumetrie esistenti e a rinaturalizzare le aree interessate con la demolizione delle strutture e la realizzazione di nuove strutture con materiali a basso impatto ambientali e a carattere precario e amovibile."
Gli stabilimenti balneari militari sono 9 (Aeronautica, Marina militare, Esercito, Carabinieri, Polizia, Vigili del Fuoco, Finanza, Dirigenti del Ministero dell'Interno e Sottufficiali) più tre civili (Lido, D'Aquila e Ottagono), tutti su aree non date in concessione ma attraverso l'istituto della "consegna", sulla base di motivazione che, secondo tanti, non hanno più ragion d'essere (in proposito il capogruppo Pdl Giuseppe Farris si è scontrato con Gennaro Fuoco, Fli e il capogruppo dei Riformatori Alessio Mereu, sulla permanenza delle servitù militari in spiaggia). Ma, soprattutto, si tratta poi di oltre 60 mila mc di cemento in spiaggia,
giovanni dore
"Siamo quindi riusciti", scrive Dore sul proprio blog, "a predisporre un emendamento che ha limitato la permanenza di tale volumetria alla prima data di scadenza delle rispettive concessioni demaniali in essere e stabilito che gli interventi di ristrutturazione edilizia e demolizione e ricostruzione dovessero passare attraverso la revisione del piano attuativo finalizzata", prosegue "ad una riduzione della cubatura esistente e alla riqualificazione ambientale mediante progetti di rinaturalizzazione delle aree interessate, con sostituzione delle strutture fisse e realizzazione di nuovi manufatti a basso impatto ambientale a carattere precario e amovibile prevedendo il loro allontanamento dalla battigia".
Si cerca ora una soluzione per mantenere i baretti in piedi anche d'inverno in attesa dell'approvazione definitiva del pul (circa 5 mesi, serve l'approvazione definitiva della Regione e un nuovo passaggio in consiglio comunale). Potrebbe arrivare un provvedimento ponte che consenta ai baretti di lavorare anche d'inverno. "E' difficile", spiega il consigliere comunale Pd Francesco Ballero, "soprattutto per i baretti autorizzati dopo l'approvazione del ppr". "Stiamo studiando soluzioni", scrive sul proprio blog Andrea Scano, presidente della commissione Urbanistica, "ma non possiamo certo prescindere dalle leggi".