Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Abbanoa ricapitalizzata dai sindaci

Fonte: La Nuova Sardegna
29 ottobre 2012

I 184 milioni li metterà tutti la Regione, ma l’operazione salvezza è congelata in attesa del via libera dell’Unione Europea

LE TARIFFE
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di Umberto Aime wCAGLIARI

All’appello adesso manca solo l’Europa, tutti gli altri, Regione e comuni, la loro parte l’hanno fatta per salvare Abbanoa (o almeno provarci) dal crollo finanziario. Ristabiliti i ruoli, riallineate le carte, ritrovata la parità, ieri tutti i sindaci hanno votato sì alla capitalizzazione della società che amministra l’acqua. Costituita nel 2006 senza poter contare su un suo patrimonio e caricata anzi dell’infinità di debiti ricevuti in eredità da altre disastrose sigle comunali, Abbanoa ora potrà contare sui 184 milioni stanziati dalla Regione fino al 2014 per l’aumento di capitali. Ma non è ancora il momento di far festa: sullo stanziamento pesa sempre il parere dell’Europa, con una commissione che, a Bruxelles, non ha sciolto l’ultima riserva: quei milioni sono o no un aiuto illegittimo di Stato? Se la risposta sarà no, non lo so no, cioè il via libera,, allora Abbanoa incasserà a rate, in tre anni, i 184 milioni e potrà cominciare a tirare il fiato. E anche a ripianare lo scoperto mostruoso con le banche (116 milioni) e insieme pagare i fornitori, che da una vita aspettano d’incassare 267 milioni. Se arriverà un sì lo sono, aiuti di Stato, sarà invece la fine. Ma ad Abbanoa sono ottimisti: a Bruxelles hanno presentato un piano di ristrutturazione (consegnato ieri anche ai sindaci, dopo un inutile tira e molla sulla segretezza)o dettagliato, zeppo di numeri, tabelle e grafici, dove sono diversi i pentimenti per gli errori del passato e in cui è immaginato addirittura il pareggio di bilancio fra tre o cinque anni. È custodita in questo faldone la salvezza di Abbanoa e anche la sua capacità di rifarsi subito una verginità con i cittadini, che non l’hanno mai amata ma pare ora comincino ad apprezzarne almeno nelle bollette la «ritrovata trasparenza» voluta dal’amministratore delegato Carlo Marconi e dal direttore generale Sandro Murtas. Dunque, l’ottimismo c’è ma non può durare all’infinito ed è per questo che il via libera dell’Europa deve arrivare in tempi stretti, massimo un mese, altrimenti Abbanoa continuerà a indebitarsi e la fine della storia sarà peggio dell’inizio: il fallimento. Soci a costo zero. Sono i 342 comuni che fanno parte dell’assemblea, insieme alla Regione. Finora non hanno mai messo un euro dentro la società, anche se molti di loro vantano crediti milionari per impianti vari e precedenti fatturazioni, e continueranno a non versare soldi. A mettere i 184 milioni sarà la Regione, com’è scritto nelle varie leggi finanziarie, e ai municipi sarà lasciato solo il compito di accettare oppure no l’aumento delle quote a costo zero. Dunque, non ci capisce perché i sindaci non dovrebbero sottoscriverle. Certo, potrebbero esserci dei no ideologici, o perché è difficile ridare fiducia a una società finora pasticciona. È vero, ma rispetto al passato c’è una novità: le azioni rifiutate, questa volta finiranno alla Regione. Con questo possibile effetto: fra recuperi e acquisizioni d’ufficio, l’ente centrale finirebbe per diventare il socio più forte, mentre oggi, bene o male, a controllare l’assemblea sono ancora i comuni. Non prendersi le nuove azioni in più, sarebbe solo una scelta tafazziana, autolesionista, per i municipi. Che dal momento in cui l’Europa dirà cosa pensa dei 184 milioni, avranno 30 giorni per decidere. Il caso Ato. C’è anche questa partita aperta sul tavolo di Abbanoa. L’Autorità d’Ambito o Ato è l’organismo che sta monte della società di gestione: scrive i piani d’investimento e decide le tariffe, anche se fra breve dovrà sottostare agli indicatori dell’Autorità nazionale per l’energia e allora sì che saranno dolori, perché oggi, in Sardegna, l’acqua costa molto meno che altrove: 0,62 centesimi ogni mille litri per i piccoli utenti contro l’euro della media nazionale. Sta di fatto che oggi a volere la presidenza dell’Ato sono i sindaci, hanno già un loro candidato, Alessandro Bianchi di Nuoro, al posto dell’attuale commissario. Fino a ieri c’era un accorso sul passaggio di consegne, mai rispettato dalla Regione, che ora però ci ha ripensato. L’assessore ai lavori pubblici Angela Nonnis, in assemblea, ha detto che «la disponibilità è piena» e per i tempi bisognerà solo aspettare il passaggio prima in commissione e poi in aula del disegno di legge che riordina i distretti. A sentire l’assessore, è così tanta voglia di chiudere, che al momento opportuno la giunta presenterà questo emendamento: la maggioranza del Consiglio dell’Ato dovrà essere dei sindaci. Sindaci che, a quel punto, avranno il presidente ma anche un voto in più. Ed è quello che volevano. Forse l’hanno ottenuto. Finalmente. ©RIPRODUZIONE RISERVATA