Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

«Più poteri alla protezione civile regionale»

Fonte: La Nuova Sardegna
31 ottobre 2008

GIOVEDÌ, 30 OTTOBRE 2008

Pagina 6 - Sardegna


Bertolaso a Cagliari: Soru commissario per l’emergenza, indennizzi da lunedì



I sindaci chiedono al governo fondi maggiori per la ricostruzione

ALESSANDRA SALLEMI

CAGLIARI. Quel che ha potuto fare il nubifragio di mercoledì 22 ottobre a Capoterra e dintorni deve servire di lezione: bisogna correre ai ripari per i danni procurati dalle amministrazioni di Capoterra (e non solo) che hanno scelto dissennatamente di lottizzare terreni alluvionali; bisogna rimaneggiare la protezione civile sarda conferendo poteri superiori alla gestione di livello regionale.
Oggi il presidente della Regione Soru verrà nominato dal consiglio dei ministri commissario per l’emergenza e nell’ordinanza della protezione civile nazionale si apre la strada per stabilire nuove regole. Guido Bertolaso direttore del dipartimento nazionale della protezione civile ieri era a Cagliari per incontrare sindaci e Regione perché «anche se c’è l’Italia sott’acqua, non bisogna dimenticare il disastro di Capoterra».
A proposito della ristrutturazione della protezione civile sarda Bertolaso ha spiegato di aver accolto una richiesta del presidente Soru «che ha immaginato di riorganizzare il sistema: la struttura regionale dovrà aumentare le somiglianze con quella nazionale e raccordarsi coi prefetti». Il punto è che all’organizzazione equivalente del dipartimento nazionale si devono conferire i poteri perché ci sia una gerarchia chiara tra Regione e prefetture e quindi centri di responsabilità immediatamente riconoscibili e immediatamente funzionanti.
Bertolaso ha ringraziato tutti gli operatori per l’impegno profuso (anche il prefetto), lo stesso ha fatto Soru che ha riconosciuto la tempestività della mobilitazione, le centinaia di operatori da subito nel teatro della tragedia «ed è grazie a tutti loro che in pochi giorni si sta venendo fuori da quel che è accaduto». Soru li ha citati tutti, gli operatori: le guardie forestali, i vigili del fuoco, i volontari di tante associazioni, i militari, le forze dell’ordine, «brillante l’attività dell’Asl», «brillante l’attività di Enas che da un anno governa il sistema regionale delle dighe». «Va ringraziato il consiglio regionale», ha continuato il governatore nella conferenza stampa su due piedi a incontro finito: «Il sistema regionale ha risposto prontamente con uomini, mezzi e una legge che porta un’innovazione: un unico mandato di pagamento per le famiglie, basato sull’autocertificazione. Gli operatori sono andati di casa in casa per raccogliere l’autocertificazione, assieme a una sommaria verifica da parte dei vigili del fuoco. Il mandato potrebbe essere in pagamento già dalla prossima settimana».
Poi, la sottolineatura politica: «Questi danni - sottolineava il presidente - ce li dobbiamo pagare noi e gestire noi: così come l’emergenza l’hanno gestita i volontari, il Corpo forestale, i vigili del fuoco, i militari, noi ci assumiamo pienamente questa responsabilità». Sulla riorganizzazione della protezione civile: «Bertolaso, a Roma, è direttore di un dipartimento: al responsabile della protezione civile sarda dobbiamo conferire il massimo livello di rappresentanza anche per dialogare con gli altri».
Bertolaso è venuto per portare la bozza dell’ordinanza della protezione civile che il presidente del consiglio firmerà domani subito dopo il consiglio dei ministri. Il direttore della protezione civile ha anticipato che parlerà di contabilità speciale rispetto ai fondi erogati per affrontare i danneggiamenti e che traccerà la strada per mettere in sicurezza tutta l’area colpita con molta attenzione «al reticolo fluviale minore».
«Sfruttiamo la lezione arrivata dalla tragedia - diceva Bertolaso - per garantire una maggiore prevenzione. Berlusconi stesso ha detto che gli errori del passato non si devono ripetere, e questo vale per tutta l’Italia. Sono sette anni che si fa battaglia».
All’incontro c’erano i sindaci di Cagliari, Quartu, Quartucciu, Capoterra, Assemini, Elmas, Sestu, Selargius, Monserrato. I sindaci hanno chiesto a Bertolaso soprattutto due cose: un incremento dei fondi da parte del Governo perché i 7 milioni di euro annunciati non bastano; le spese che i comuni sosterranno per rimediare ai danni subiti dalla popolazione non dovranno essere conteggiati nel patto di stabilità. «Non siamo a marzo, adesso i bilanci sono in chiusura - spiegava un sindaco - non abbiamo i soldi per affrontare l’emergenza, adesso non c’è più modo di programmare, e se quel che dovremo fare supererà i tetti di spesa imposti per non sfondare il patto di stabilità, ci saranno ripercussioni pesanti sui bilanci successivi. Purtroppo Bertolaso ci ha già detto che i soldi dati dal Governo sono abbastanza...».
I complessivi 33 milioni di euro (Regione 26.50, Governo 6.50) che arriveranno per le popolazioni colpite non riguardano gli agricoltori, per loro si dovrà procedere sulla base di finanziamenti diversi, di origine europea. Non erano contenti i sindaci ieri mattina: nell’alluvione del 1999 arrivarono cifre ben superiori e non sono bastate.