Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Senza lavoro minaccia di darsi fuoco

Fonte: L'Unione Sarda
23 ottobre 2012


VIA CALAMATTIA. Enrico Bernardi, 61 anni, ha tentato di suicidarsi davanti al Centro per l'impiego
 

Per fermarlo i vigili del fuoco lo hanno colpito con un getto d'acqua
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Lametta in bocca, tanica di benzina in una mano e accendino nell'altra. Queste le armi della disperazione usate da Enrico Bernardi, 61 anni, una vita da precario del Comune alle spalle. Alle 11 di ieri varca la porta d'ingresso del Centro per l'impiego di via Calamattia. Si barrica nell'andito degli uffici e minaccia di ingerire la lametta e di darsi fuoco. Chiede che il bando comunale per l'assunzione per un anno di 50 operai venga annullato: «I requisiti sono osceni, ad esempio l'essere pregiudicato. Si vuole far lavorare sempre le stesse persone». Per bloccarlo intervengono poliziotti, carabinieri e vigili del fuoco: lo disarmano con una getto d'acqua “sparato” da un manicotto. I medici del 118 lo sedano e lo portano via in barella, destinazione ospedale Santissima Trinità.
LE RAGIONE DEL BLITZ È stata una mattinata ad alta tensione negli uffici in cui ogni giorno fanno la fila centinaia di persone in cerca di occupazione. Bernardi arriva insieme a tre compagni di protesta. Prima erano stati in Municipio. Avevano chiesto informazioni sul bando per reclutare operai da impiegare in servizi di custodia, guardiania e piccole manutenzioni. Sotto accusa i requisiti: aver lavorato in cooperative sociali, essere disoccupati da 12 mesi e far parte della categoria “persone svantaggiate” (invalidi, ex degenti di ospedali psichiatrici, tossici, alcolisti ed ex detenuti). Dal Comune avrebbero avuto notizie rassicuranti: «Tranquilli, ci sono più bandi e voi rientrate negli altri». Bernardi e gli altri non si fidano e fanno tappa al Centro per l'impiego di via Calamattia.
LA RABBIA È stata la comunicazione di un funzionario («a noi risulta solo un bando») a far esplodere la rabbia del 61enne, in passato protagonista di altre clamorose proteste. Bernardi si infila una lametta in bocca e da sotto il giubbotto estrae un bidone di benzina. «Se l'amministrazione non annulla il bando mi uccido», urla. Passano pochi minuti e in via Calamattia arrivano gli agenti della Squadra volante, gli uomini della Digos, i carabinieri del nucleo radiomobile e i vigili del fuoco. L'ufficio di collocamento viene fatto sgomberare. Il funzionario della Questura, Mimmo Bari, conduce le trattative. Poi prende la decisione. I vigili del fuoco, con un violento getto d'acqua, disarmano l'uomo. Lo bloccano in dieci. Poi tocca al personale del 118 calmarlo. «Ci tagliano fuori con un bando vergognoso per far lavorare i loro amici», riesce a dire il disoccupato prima di essere portato nell'ambulanza.
I COMPAGNI A sostenere la protesta di Bernardi ci sono anche Mariangela Sanna Valle, Paolo Cabiddu e Luciana Saba. «Non lavoriamo da tanti anni. Ora pubblicano un bando e inseriscono tra i requisiti quello di avere precedenti penali dimenticandosi che in passato alcuni di noi non sono stati stabilizzati proprio perché avevano piccole condanne».
Matteo Vercelli