Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

«Chi governa non pensa alla Sardegna»

Fonte: La Nuova Sardegna
22 ottobre 2012

verso le primarie

A Cagliari il leader di Sel, Nichi Vendola: «Quest’isola ha dato il sangue e oggi sprofonda. Il lavoro deve essere garantito»

 

di Stefano Ambu

CAGLIARI

Le magliette con la sua faccia indossate da fan e simpatizzanti che lo attendono fuori dall'hotel. E poi poco prima delle 19, lui, Nichi Vendola, in carne e ossa, reduce dal tour nel Sulcis. Giro di applausi tra Carbonia e Portovesme. Ma anche di contestazioni. «Renzi dice che bisogna dialogare con la Finanza? – esordisce appena entrato nell'albergo con la sala da più di cinquecento posti già gremita –. Io invece preferisco dialogare con gli operai Alcoa». Come dire, non ce l'ho con loro. «Non sono amareggiato – ha detto – anzi ho dato loro spazio per il dialogo. Coloro che hanno protestato si sono scagliati contro la deriva della situazione. E attraverso i pochi che, come me, vanno a trovarli mandano un messaggio al sistema e alla politica. Che noi raccogliamo. E a cui bisogna dare una risposta». Perché il lavoro è importante, fondamentale: «Quando uno si deve tuffare nelle acque del porto o calarsi nelle viscere della terra, quello che emerge è un corpo a corpo segnato da una profonda solitudine rispetto al resto del mondo». E la Regione? Vendola accusa: «Il governo regionale è impegnato in una lotta intestina che determina paralisi. Tutto questo mentre l'isola sprofonda in una situazione con condizioni da dopoguerra. E indicatori economici da brivido». Altro affondo contro la giunta Cappellacci, ma anche contro Roma: «Venti per cento di disoccupazione e tessuto industriale debole, la Sardegna non è in testa a chi la governa e al governo nazionale. L’isola ha dato il sangue anche con l'inquinamento per fare crescere l'Italia. E ora, spariti gli illusionisti, deve aprirsi un ciclo di bonifiche nel territorio. E lo Stato si deve interessare al futuro e al lavoro, deve porsi il problema della riconversione. Ci sono segnali forti: la gente qui si tuffa in mare per fermare un traghetto o si rinchiude nelle viscere della terra. La politica deve interessarsi del lavoro e del problema della povertà. Stiamo diventando un Ottocento con internet e in technicolor». Poi i temi nazionali. Anche se sulla sua disubbidienza al patto di stabilità chiama in causa l'isola: «Vorrei sapere che cosa ne pensate anche voi. La mia disobbedienza è controllata e prevista dalle norme. Il patto insiste non solo su spesa corrente ma anche su investimenti. E invece è fondamentale aprire cantieri e dare lavoro. Altrimenti si rischiano di perdere i finanziamenti europei perché non possiamo cofinanziarli». E poi il tema corruzione: tutto nelle mani dello Stato per evitare lo sperpero locale? «Lo Stato non ha mai dato prova di sobrietà: da alcuni anni ha ridotto le sue competenze, ma non ha dimagrito le sue casse». E un occhiolino all'isola. «L'autonomismo sardo è un'esperienza ricca culturalmente e politicamente: ci hanno parlato per anni di federalismo e ora non solo viene disconosciuto da molti, ma si vuole uccidere il regionalismo. La corruzione si combatte non così ma con la trasparenza". Le primarie? «Bersani e Renzi si stuzzicano su Cayman e Monte dei Paschi. L'alternativa? "Oppure Vendola", come dice lo spot: io con le banche non ho nulla a che fare».

«Noi abbiamo portato rigore»

il sindaco zedda




Una lunga parentesi sul Lirico, la nota stonata di questi ultimi venti giorni dopo la nomina, contestata, del nuovo Soprintendente Marcella Crivellenti. Il sindaco di Cagliari Massimo Zedda, prima di lasciare la parola a Nichi Vendola, si è soffermato sulla vicenda Teatro ripercorrendo tutti i passaggi dell'intricata battaglia. «Ne parlo - ha detto - perché è un caso che va preso come paradigma. Come esempio di che cosa significa cambiare e innovare. Tutti quelli che pensavano che il nostro motto "Ora tocca a noi" significasse ripetere quello che hanno fatto altri in passato, hanno trovato pane per i loro denti». Zedda si è soffermato sul primo anno di attività della sua giunta: «Abbiamo portato rigore - ha detto - e pulizia a partire dal bilancio». (s.a.)