Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Poetto d'autunno: grigio e malinconia

Fonte: L'Unione Sarda
22 ottobre 2012

Il litorale appare abbandonato a se stesso: i chioschi semivuoti vanno verso la demolizione
 

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Il cielo di piombo si confonde col mare appena increspato. Domenica ore 13, il Poetto di ottobre si veste coi colori dell'autunno ma l'aria è calda e lo scirocco regala un'afa quasi estiva. Sfumature del grigio, più o meno tenue. Scenario decadente, l'atmosfera è da villaggio fantasma. Gli ombrelloni sono chiusi, nessun lettino né asciugamano disteso lungo l'arenile. Nessun vociare di bambini né chiacchiericci tra grandi .
Qualche gabbiano si libra tra le nuvole basse, svogliatamente. La spiaggia dei centomila nel primo assaggio d'autunno sembra un quadro malinconico, triste e a tratti irreale. La colonnina segna venticinque gradi, se ne percepiscono di più. L'aria è appiccicosa, ma il sole non c'è. Ogni tanto qualche timido raggio cerca di sbucare titubante dalla spessa coltre grigia che dalle prime ore della mattina sovrasta la città. Dura giusto qualche istante o poco più. Poi torna tutto buio, spento. Un venticello non troppo gentile scuote le fronde delle palme. Il risultato è un piacevole canto che rompe il silenzio. Si mischia con lo scroscio delle onde sulla battigia. Il suono riporta alla realtà, spezza il torpore di quest'insolita domenica al Poetto.
Ore 13 e trenta, Prima fermata, una coppia passeggia lungo la battigia. Mano nella mano. È romantico il mare in autunno. Tra i tavolini dei chioschi solo qualche irriducibile. Niente a che vedere con i tempi scintillanti di qualche settimana fa, c'è giusto qualche gruppo ristretto d'amici. Sull'arenile pochissimi irrinunciabili sportivi rispettano l'appuntamento con la corsa domenicale. E qualcuno passeggia in bici. Nella fetta di litorale davanti alla Sella del diavolo due ragazzi giocano a racchettoni; poco distante una donna di mezz'età legge un libro.
Ore 14, Quarta fermata: la scena cambia poco. Tre, quattro famiglie camminano sulla spiaggia, i bambini corrono non molto distanti. Rosso fuoco, blu elettrico: le tonalità accese delle vele dei kite surf mosse dal vento regalano un po' di colore a questa cupa giornata. Lo scirocco caldo continua a tagliare il fiato. Mancano dieci minuti alle 15, passa il Cagliari city bus, il pulmino turistico, scoperto, color verde erba. A bordo una decina di turisti. Tedeschi per lo più, forse c'è anche qualche francese. Due giovanissimi si avvicinano all'acqua. Difficile resistere al caldo, sfidano le onde in caduta dopo la mareggiata di sabato. I chioschetti in stile vintage sono quasi tutti vuoti. Sembra che si preparino alla nuova smobilitazione nel Poetto senza ancora il Piano del litorale. Alle prime fermate così come all'altezza dell'ospedale Marino. Due fanno eccezione: il Malibù, giallo acceso e i tavolini quasi tutti occupati. E poi il Twist, rosso fuoco, alla Quinta fermata. Sarà forse un effetto ottico, anche la sabbia sembra più grigia del solito. Ma le dune di un tempo sono riapparse, sono ai lati della strada, alti cumuli di sabbia chiara rubano fette consistenti all'asfalto scuro. Chi cammina (o corre o va in bici) deve zigzagare tra le auto, l'erbaccia incolta e la sabbia sparpagliata. Di area passeggiate neanche l'ombra. Il Poetto è ancora lontano dal salto di qualità per una città davvero turistica.
Sara Marci